Ah, le vacanze al mare! Che sogno, eh?
Acque cristalline, cielo blu, sabbia di farina, un appartamento
piccolo ma con una splendida vista, barbecù, gelati, smalto arancione, bagni solitari
alla mattina presto, passeggiate serali, il vento che scompiglia i capelli e perfino un party sulla spiaggia con l'amica del cuore. Un po' di incazzature
variamente sparse qua e là ma che c'entra? Quelle capitano a tutti,
ovunque.
Invece
non capita mica a tutti di incontrare il sosia bello di Dustin
Hoffman, che lo guardi e lo riguardi e parla pure inglese e quindi un
po' verrebbe il dubbio, se non fosse che questo qui è molto più giovane e sta
seduto vicino a te nel cocktail bar più fico della piazza (dove ti
mettono uno spritz a sette euro, faccio per dire, e al posto delle
patatine ti presentano un mini fingerfood di pane carasau con una
fettina altrettanto mini di salame e non lo sanno, loro, che le mie
bambine sono come delle cavallette e se potessero mangerebbero anche
il piattino); dunque lui, contornato da moglie bionda presumibilmente
inglese e due pargoli mori come lui, a un certo punto ti guarda e ti
domanda in perfetto italiano se sono tutte tue (e non si sta
riferendo alle tette, visto che porti una terza con evidenti problemi di autostima e serie
inclinazioni alla seconda).
Ora, sebbene in Cina l'evento tre figlie femmine sia piuttosto inconsueto e quindi l'intera Bighifamily abbia fatto l'abitudine agli sguardi di stupore divertito, qui siamo mica in Cina, e l'Italia non sarà certo un paese prolifico ma avere tre figli non è certo una rarità (e infatti posso citare almeno una cinquina di amiche tri- o quadri- e perfino -udite udite!- una quinqui-mamma che se la cavano abbastanza bene. Oddio, la quinqui-mamma non la vedo da un po', sinceramente).
Quindi
la domanda, seguita in genere da una risatina di circostanza, mi
lascia appesa. Ma di solito non entro nel dettaglio del mio pensiero
al riguardo, tanto più che in un certo periodo della mia vita non
avrei mai pensato che avrei avuto tutte quelle figlie lì, poi
rispondo con un sorriso, anche quello di circostanza, e dico di sì.
Ne
avrai piene le mani, mi dice allora Dustin.
Scusi?
Dico io, che penso di aver capito ma son mica sicura.
Ne
avrà piene le mani, si corregge lui, pensando forse che mi
disturbi la confidenza del tu.
Ma io non è che mi formalizzo, sai. Dammi pure del tu, caro Dustin, bel tenebroso. È che in primis non mi aspettavo che parlassi italiano, forse perché non pensi in genere che Dustin Hoffman ti parli in italiano, sempre che ti rivolga la parola; in secundis lì per lì ho pensato che quell'espressione là fosse un eufemismo, e mi veniva anche da ridere, un pochino.
Ma io non è che mi formalizzo, sai. Dammi pure del tu, caro Dustin, bel tenebroso. È che in primis non mi aspettavo che parlassi italiano, forse perché non pensi in genere che Dustin Hoffman ti parli in italiano, sempre che ti rivolga la parola; in secundis lì per lì ho pensato che quell'espressione là fosse un eufemismo, e mi veniva anche da ridere, un pochino.
Comunque
Dustin, tesoro, se proprio lo vuoi sapere sì, a volte ne ho proprio
le mani piene, pienissime.
Quindi.
Mentre l'estate si avvia verso il culmine, si sta chiuse in casa alla vana
ricerca di un po' di fresco (siamo di quelli che non hanno l'aria
condizionata ma in compenso siamo provvisti di ventilatore a tre
velocità che quando va al massimo sembra di avere un elicottero in
sala. Non per il vento, per il rumore), si fanno i compiti delle vacanze, si va in piscina
(l'attività, non pensiate, non è affatto rilassante), o
in campagna (dove si boccheggia come in città ma almeno si può
stare desnudi e giocare con l'acqua senza pericolo di allagare il
bagno o di annegare nella vasca da un metro e dieci).
Dunque,
in assenza dell'augusto coniuge che si gode la temperatura tropicale di Shanghai
nell'incertezza della scelta tra ravioli al vapore e baozi ai gamberi di fiume, io e le bambine abbiamo la certezza di una settimana in
montagna con la NonnaMimmi e il nonno GP.
Ora, io non è che le definirei propriamente vacanze. Più che altro vado al fresco.
(Il
fatto che l'espressione richiami la detenzione forzata è puramente
casuale).
Il
punto è che l'adiacenza in contemporanea di figlie (in veste di nipoti) e genitori (in veste di nonni) è una
condizione potenzialmente esplosiva, tanto più che il nonno GP ha
già annunciato ufficialmente l'intenzione di adoperarsi per
l'attuazione del processo educativo delle nipoti, ridotte allo
stato selvaggio dal lassismo genitoriale del cosiddetto lungo
periodo cinese (credo si aspetti quanto meno che al termine del
percorso le tre usino la forchetta per mangiare gli spaghetti e stiano
sedute per tutta la durata del pranzo).
In
seguito a (ma, si badi, non a causa di) tale comunicato, la settimana
è stata ridotta a sei giorni/cinque notti. E comunque sei giorni/cinque notti sono abbondantemente sufficienti per riempire le mani, anzi assai probabile che ci riempio anche le tasche e traboccano pure
quelle.
Non
so voi, ma io sto pensando di affidarmi a Coppi per farmi convertire
la condanna in lavori socialmente utili.