Amo gli animali.
Così,
giusto per dare un'indicazione di massima.
Quando
ero piccola ero sempre piena di gatti, poi ho avuto un cane (si
chiamava Ciungo), e poi siccome si passavano le vacanze in campagna
si vedevano un sacco di altri animali, tipo le mucche da cui andavamo
a prendere il latte col bidoncino bianco smaltato, un latte grasso
che si faceva bollire e veniva su una schiuma così densa che poi ci
si faceva il burro, e poi dopo un paio di giorni bastava metterci un
po' di limone e veniva fuori una ricottina niente male. Prova adesso,
a fare la ricotta. Il latte non irrancidisce manco dopo due
settimane. Comunque.
Oltre
ai gatti, ai cani e alle mucche c'erano anche una infinità di altri
animali, tipo passerotti, conigli, libellule, ragni grossi come
polpette, cavallette e uno sterminio di altri insetti.
E
quindi lo so, che quando si è piccoli è bello avere un animale, con
una certa preferenza per i mammiferi di taglia inferiore al metro al
garrese.
Però
no. Non ce la posso fare. I cugini hanno un cane, una tartaruga, i
pesci rossi e anche la cavia? Meglio così, si può accarezzare il
cane o farsi rosicchiare un dito dal supertopo senza averli per casa.
La zia checca ha un gatto? Benissimo, tutto uno zoo nello stesso
condominio.
Io no, grazie.
Già è molto se tengo delle piante. Vorrei, eh, avere un sacco di piante. Mi piacciono. Ma evidentemente il mio balcone non ha l'esposizione giusta, e nemmanco il davanzale. In casa, poi, c'è sempre troppo caldo, o freddo, o secco, o vattelapesca. Però in autunno, presa dal fervore botanico, sono andata a Guastalla, dove c'è un mercato di piante e animali perduti, che già il nome è bellissimo, e anche il mercato è bellissimo e ci compreresti carrettate di piante, e magari anche una gallina col ciuffo, se non fosse che poi la visualizzi a becchettare sul divano e scagazzare sul tappeto persiano.
E
c'ho speso degli euro, al mercato delle piante perdute, ho comprato
la santoreggia, la salvia pesca, il rosmarino, il timo e la menta
marocchina che teme i ristagni, giusto per fare un davanzale di odori
(si dice così, e lo so che son mica piante perdute, e neanche un
pochino rare, ma il budget era limitato), e poi una bella
pianta che fa i fiori blu (che ho dovuto portare in casa ai primi
freddi e legarla come un salame perché è un tantino spampanata)
e una che fa i fiori bianchi (che è rimasta fuori a prendersi il
gelo, che pare non se ne accorga, beata lei).
E
lo so che non mi crederete, ma la salvia pesca è tutta fiorita, e fa
dei fiori rossi carini carini che adesso sono ancora lì, la
santoreggia e il timo sono belli verdi e anche il rosmarino sembra
resistere con i suoi fiorellini azzurri, e ho il sospetto che siano
congelati e che resteranno così fino a primavera, frozen, ma
faccio finta di niente. Solo la menta marocchina è rinsecchita. Però
mi dicono che è normale, che poi basta tagliare i secchi e a
primavera ributta (si dice così, ributta. Non che sia una bella
immagine, la verità).
Ecco,
a dire il vero la pianta verde che fa i fiori blu sta perdendo un po'
di foglie, e anche di semini. Sì insomma, ok, tante foglie e tanti
semini. E già la cosa disturba un po', ché insomma oltre a dare da
bere e un po' di concime devi pure raccattare le foglie tutte le
mattine, e non è che abbia poco da fare.
Certe
mattine mi sveglio già stanca.
Però
al lunedì son fortunata. Al lunedì viene la Signora O, già tata
delle bambine e governante ineccepibile, per aiutarmi qualche ora a
rassettare il casino che si genera nel weekend in maniera
esponenziale.
E
lunedì mattina alle otto e sedici la Signora O, che sta ramazzando
le foglie secche dal pavimento al posto mio mentre io arranco su per
le scale dopo aver accompagnato (di corsa) le bambine a scuola, mi
accoglie con questa frase:
-
Te lo sè, èra, che te sì piena de rughe...
Ora,
da questa affermazione si possono dedurre alcuni fatti basilari; per
esempio:
- la provenienza geografica della italianissima Signora O
- l'inganno sotteso alla pubblicità della rinomata (i.e. costosissima) crema ringiovanente viso
- l'importanza di materie di studio umanistiche come la psicologia spicciola
Lì
per lì resto basita. Poi mi riprendo, e mentre penso che non son
mica cose da dire alle otto e sedici del lunedì mattina formulo
anche io la mia domanda:
-
Scusa?
-
Digo, riprende la Signora O per nulla impressionata dalla mia
faccia perplessa, te l'è visto che le rughe, qui, le te sta
magnando tuta la pianta...
-
La pianta?! (sguardo attonito, tono allibito e animo un tantino
sollevato)
-
Essì, guarda qua! Intanto le fòie l'è tute magnà, e poi per
terra, (e qui passa inaspettatamente all'italiano, pensando
probabilmente che la mia comprensione ne tragga giovamento) vedi
mica che è pieno di cacchette?
Cacchette?
Come cacchette? Erano mica i semini della pianta?
-
Macché semi, queste qua iè le cache delle rughe. Eccola qua,
continua
imperterrita la Signora O mettendomi davanti al naso un verme verde
smeraldo ingrassato mangiando le foglie della mia pianta verde dai
fiorellini blu.
-
Ne ho trovate undici,
sottolinea, sempre in italiano, giusto per rimarcare l'eccezionalità dell'evento; e tenendo la mano a conca, dove racchiude quel mucchietto di rughe, si dirige a passo lento verso il bagno, a metà compiaciuta e divertita.
sottolinea, sempre in italiano, giusto per rimarcare l'eccezionalità dell'evento; e tenendo la mano a conca, dove racchiude quel mucchietto di rughe, si dirige a passo lento verso il bagno, a metà compiaciuta e divertita.
-
Ommadonna, Wonder, che schifo. Pure la cacca delle piante, ci
mancava. Forse era meglio la gallina col ciuffo, o un gatto...
-
Zitta, Cosci, zitta! che non ti sentano le bambine, per carità.
La
Signora O non ha sentito di sicuro, impegnata com'è a tirare lo
sciacquone.