Ci sono giornate che cominciano male. Con
una tristezza nervosa depositata lì, sulla bocca dello stomaco, che
si imprime sulla tua faccia anche se non vuoi, anche se non te ne
accorgi, e che fa dire a chi ti incontra Cosa c'è che non va?
E
tu non lo sai, cosa c'è che non va. O forse lo sai ma non lo vuoi
dire. Ché le giornate storte capitano un po' a tutti, e quando
capitano uno vorrebbe starsene da solo senza gente che chiede cosa
c'è che non va, oppure con un'amica che ti guarda per traverso e poi
parla d'altro, delle vacanze in Sardegna, delle scarpe nuove, dello
smalto arancione o dell'ultimo libro di De Silva, ché tanto lo sa
che non le diresti niente.
E
comunque resta lì, quella tristezza nervosa, anche se vorresti
scacciarla, e ci provi, e imbottisci valigie di costumi e vestitini,
mandi le bambine a giocare in giardino per stare un po' da sola o cerchi di riesumare vecchie
sensazioni mangiando un intero pacchetto di patatine al pepe. Invano.
Perché sei ostinata anche nella tristezza, la verità.
E
poi capita una cosa. E succede sempre così, che basta poco per farti
cambiare umore, così poco che uno quasi non ci crede, come se fosse
davvero colpa della luna, che la vedi nel cielo bigio prima ancora
che cali il sole e poi scompare, e poi torna a farsi vedere quando il
buio si fa più intenso, e sparisce ancora dietro le nuvole e
ricompare più in là, dove non pensavi, magari più grande, gialla,
che quasi non la riconosci.
Così
insomma capita che devi fare una cosa. Una cosa qualsiasi, che in
realtà non ha importanza, come cosa in sé, voglio dire
relativamente al fatto che ti mette nelle condizioni di doverla fare.
Perché
per farla, quella cosa, devi prendere il motorino. Mica il tuo, no,
ché il tuo non ce l'hai più da un po'.
Comunque.
E
dunque accendi il motorino, e già il rumore ti mette nostalgia. Poi
infili il casco, e c'è passato un secolo da quando non lo mettevi
che un po' ti viene da ridere, e ridi di nascosto, un pochino. E sai
già che terrai su la visiera, che un po' ti dà fastidio e poi vuoi
sentire l'aria in faccia, sempre stato così, e sai già che alla
prima buca la visiera sbatterà contro il parabrezza, perché lo
guidi così, il motorino, un po' spostata in avanti, seduta sul
bordo, con il piede destro appoggiato e il sinistro all'indietro, il
tallone sollevato.
E
quando acceleri e corri sulla strada dritta stai tornando indietro,
con la mente, e senti dentro una felicità quasi stupefatta, e ti
senti crescere dentro un sorriso che luccica negli occhi.
E
anche se devi fare in fretta, a fare quella cosa che devi fare, vuoi
gustartelo del tutto, quel giro in motorino, e allora ti fermi al
giallo del semaforo, e quando si affianca un enduro tu lo guardi e
pensi Siamo uguali, e il ragazzo sull'enduro non lo sa ma tu
senti la sua stessa libertà, anche se non hai quella Ducati là con
l'adesivo di Margot ma uno scooter argentato con il parabrezza che
sbatte contro il casco. E speri anche che al Teatro Romano ci sia uno
spettacolo, così la strada sarebbe chiusa e tu saresti costretta a
fare il giro lungo, su per le Torricelle, con tutte le curve e la
salita fin su e poi la discesa, e poi al ritorno passeresti per il
centro, per fare prima. Invece non c'è nessuno spettacolo, e allora
vai dritto, e un po' ti dispiace e un po' no, e quando arrivi al
Cesiolo, proprio all'imbocco, senti quell'aria fresca che non ti
ricordavi più, l'aria fresca che scende dalla collina nelle sere
d'estate, e rallenti.
Poi
quando fai la strada a ritroso e segui il corso del fiume ti sembra
quasi di non averla fatta da una vita, quella strada lì, e invece ci
sei passata alla mattina, a piedi, ma in motorino è diversa, sembra quasi che
il fiume ti spinga giù, ti faccia correre di più, e poi ancora un
semaforo rosso e un ragazzo su uno scooter più grosso, e io lo so
che non c'è storia ma un po' ci faccio a gara, e piego un po' alla
curva del cimitero, non tanto che non sono mica brava, a piegare,
però un pochino sì, giusto per ritrovare un'emozione che pensavo
svanita, e mi sento libera, libera di una libertà segreta, perché
quel ragazzo lì col tatuaggio sul braccio non lo sa, non ha idea di
come mi senta, nessuno lo sa, e questa cosa, di essere l'unica a
sapere della mia libertà, mi dà una vaga ebbrezza, simile alla
felicità, un po' come quando da ragazza mi ero tolta reggiseno e
mutandine e li avevo ficcati in borsa, perché c'era così caldo che
non sopportavo di avere quelle cose addosso, ed ero rimasta nuda
sotto il vestito e mi ero sentita libera e trasgressiva, di quella
libertà tanto più trasgressiva perché nessuno ne sapeva niente.
E
così, mentre faccio finta di cambiare le marce e accelero un po', e
sposto la testa fuori dal parabrezza quel tanto che basta per avere
l'aria in faccia, come quando sei in moto, per caso guardo in su, nel
cielo ancora chiaro, pensando di vedere la luna, ché l'avevo vista,
prima, sono sicura, e invece adesso chissà dov'è.
ma sarei io quell'amica ?
RispondiEliminaho deciso di procurarmi un motorino appena possibile! mi hai fato venire una voglia matta di tornare in sella... che poi, sella... parola grossa, visto che trattasi della sella del mio mitico Si grigio fumo di Londra, rubato per altro...
bacio Bighi,
L'AleS
<3
RispondiEliminache post spensierato. Quando mi arriva quella luna storta io DEVO SOLO DORMIRE.
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso questa Luna segreta. Magari quello in scooter accanto a te non lo saprà, ma noi sì! Spero sono non sia una luna nostalgicamente triste.
RispondiEliminami sembrava di esserci.
RispondiEliminama quante donne ci sono dentro ad una donna?
amare una donna per me è innamorarsi ogni giorno di una diversa tra le sue mille varianti.
Quando arriva la luna storta io sto ferma. Prima o poi se ne và!
RispondiEliminaCiao! Arrivo da Lucy.
RispondiEliminaSiamo della stessa città! Ho riconosciuto tutti i posti. Anch'io nel giurassico giravo in motorino e facevo il giro delle Torricelle quando c'era lo spettacolo al teatro romano...però avevo un Ciao.
Tornando a te: L'importante è che sia passata la tristezza. Almeno per un po'.
@ales, sei tu, yes.
RispondiElimina@lucy, cara, tutto bene con la tua pinci?
@pattipeppa, dormire è un toccasana. Purtroppo io lo vedo ancora troppo spesso come una perdita di tempo. Sto sbagliando qualcosa...
@pier, meno male che posso condividere con voi altrimenti che gusto ci sarebbe? ;)
@red, mille mila. Diciamo che è anche un po ' una scusa per difenderci quando ci dicono che siamo cambiate, che una volta eravamo diverse...
@nora*, ma ferma ferma, anche al semaforo? ;)
@guasta, benvenuta! appena questa connessione internet me lo permette vengo a curiosare da te :)