mercoledì 11 marzo 2020

Cornache dalla Quarantena - Giorno 5

Oggi e’ domenica*. La cosa non turba minimamente la dottoressa, che avendo trovato il telefono staccato (che geniale trovata), alle 8:13 sta battendo preoccupata alla porta nel tentativo di comunicarci che ci chiederà la temperatura alle 9:00. E niente, mi alzo, infilo una felpa, ché non sta bene aprire la porta in déshabillé. Lei guarda la mia faccia, devia lo sguardo sui capelli, e poi mi dice: “facciamo le 10?”. Certo sì, facciamo alle 10.
Oggi e’ domenica (l’ho già detto?) e non abbiamo niente da fare. La cosa, secondo alcuni recenti studi, parrebbe essere foriera di creatività, ma temo che l’unica attività che faremo sarà leggere (io) e guardare Netflix (le appendici). Poco male, a volte va bene anche così.
Facciamo colazione con i biscotti Grancereale al cioccolato (dovrebbero scriverlo sulla confezione che creano dipendenza), il caffè nespresso, succo d’arancia, pane e crema gianduia Pernigotti. 
Dopo colazione, restiamo così, senza fare niente, a guardarci un po’, a parlare un po’, forse assonnate, forse un po’ stufe. Stiamo passando la fase critica tipo settimo anno di matrimonio.
Ci facciamo dei selfie, cerco di rallegrare la truppa ma non sono brava a cantare e le appendici non apprezzano. “Sei imbarazzante”, mi dicono. Per una volta sono tutte e tre d’accordo.
Mi telefona il console, venuto “di persona pirsonalmente” all’hotel dove ovviamente non lo fanno entrare. Lo rassicuro sulla nostra salute fisica e mentale. E’ l’unico momento significativo della giornata (fate un po’ voi).
Mangiamo svogliatamente poche bacchettate (direi forchettate ma usiamo le bacchette) di riso e verdure, ma non abbiamo appetito. Magari una parmigiana di melanzane ce lo farebbe venire, ma non siamo nel caso.
Ah già, la temperatura. 35.7, 36.5, 36.7, 36.1. Nessun sintomo, per la cronaca.
Il pomeriggio scorre lento su letto e divano, con l’unica eccezione della sessione streaming di HomeFit (35 minuti), ed è già ora di cena. Cioè sono le 18:03.
Anche stasera non c’è molto appetito. Mi preoccuperei di questa inappetenza, se non fosse che abbiamo sgranocchiato mandorle e biscotti tutto il pomeriggio.
L’evento straordinario arriva piuttosto tardi, quando ormai penso che non avro' niente da raccontare: sono passate le 9:43 quando un’astronauta (con l’apostrofo, trattasi di donna) ci bussa alla porta e scarica in stanza 4 casse di mele e 4 sacchetti contenenti frutta secca, tè, caffè solubile, altri cibi non ben identificati, un panda di peluche, un libretto su Shanghai e un garofano rosso.
C’è un biglietto che accompagna il dono. Con su scritto, in cinese e in inglese:
My dear Friend,
The inconvenience of the time being
It is for the health of you, of me, of everybody.
So, thank you for everything!
Quarantine against virus is not isolation of warm hearts.
We are right here with you,
Because we know, warm hearts WARM hearts.
(Shanghai People Association for Friendship with Foreign Countries, Pudong New Area New Social Stratum Association) 
La canzone del giorno: Dean Martin, That’s Amore
La frase del giorno: Mamma mia, ma tu puzzi! Annusa le ascelle… Ah no, sono io.


*Le cronache sono pubblicate con un paio di giorni di ritardo. Ma non è che cambia tanto eh.

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