martedì 17 marzo 2020

Cronache dalla quarantena - Giorno 11

Sabato, pigrizia, sonno.
Dormo fino alle 8:30, TheBody accanto a me ronfa fino alle 10:55, le appendici in sede distaccata citofonano alle 11:30. Se vi state chiedendo se c’è qualcosa sotto, la risposta è sì.
Ieri sera c’è stata una breve discussione (breve per i canoni della quarantena dove il tempo si dilata all’infinito). TheBody, un po’ per gioco, provoca: 
- Scommetto che non siete capaci di stare neanche un’ora senza telefono.
- Parli tu che sei sempre attaccata all’iPad, replica TheBrain. 
- Sì ma io non ho il telefono
- Beh io ce l’ho ma non lo guardo mai il telefono, si inalbera TheVoice.

E niente, vi risparmio il resto anche perché quando bisticciano shiftano all’inglese e parlano così veloci che non ci sto dietro neanche volendo, figuriamoci quando non ho voglia.
Comunque il risultato della discussione è una challenge 1 day no computer.
Adesso si capisce perché han dormito fino a mezzogiorno.
Sospetto, per altro, che abbiano finito tutte le stagioni delle loro serie preferite nei giorni precedenti.
E quindi oggi niente computer, niente iPad, niente telefoni. Per loro, ché io devo lavorare (le scadenze se ne fregano del virus). Chi perde, domenica fa da servant alle altre. Mi sembra un buon deterrente.

Dopo il brunch (non è che mi dispiace, questa soluzione di dormire fino alle undici e fare il brunch, anche perché a dirla tutta anche solo l’odore del riso con le verdure comincia a darmi la nausea), dopo il brunch dicevo inizia la maratona Monopoli, con annesse incazzature per altro, poi si passa a Cluedo, breve giro di carte. 
Saltano sul letto e giocano a palla, vietato farla cadere. Seguono gridolini di gioia e improperi sparsi.

Merenda. Tagliuzzo delle verdure (sedano e ravanelli). Le appendici sgranocchiano e cominciano a risentire dell’astinenza.
Cluedo, Monopoli, carte. Chissà perché snobbano Pictionary. 

Faccio la mia sessione di HotelFit in streaming, ma nessuna di loro vuole partecipare. Preferiscono saltare sul letto.

- Ma tu mamma quando non c’erano i telefonini cosa facevi?
(Io non me lo ricordo cosa facevo. Leggevo? Mi ricordo che leggevo un sacco. E poi?  guardavo la TV? Mica tanto, al massimo un’ora al giorno. Disegnavo, forse. A carte no, non ci giocavo. Ho imparato all’università da quell’animale da bisca della mia compagna di appartamento, perché a casa mia le carte erano vietate, un gioco da bar, che orrore). 
Tutte e tre spalmate tra divano e poltrone, chi a gambe distese, chi a testa in giù, chi appallottolata come un gatto, sono palesemente annoiate. 
TheBrain ne ha approfittato per schiacciare un pisolino, il che ha provocato le ire di TheBody, che ritiene scorretto far passare il tempo dormendo, dato che è più facile non usare il computer, se dormi. TheVoice cerca di mantenersi neutrale e tace. 

E qui si vedono le dinamiche di gruppo. Alleanze, attacchi, difese, vittimismo sparso, sarcasmo a mucchi, offese, pianti, accuse, ritrattazioni, ritirate, non ci sono sbattimenti di porte ma solo in virtù della mancanza di porte, a esclusione di quella del bagno che però non chiude bene, e non dà soddisfazione, a sbatterla.
Oh, un bel litigio di quelli che facevo io con le mie sorelle. Ecco cosa facevo, quando non c’erano i telefonini.

La canzone del giorno: Gloria Gaynor, I will survive


La frase del giorno: Sai quella legend che dice che quando ti piace qualcuno le cose nere degli occhi diventano più grandi? Ecco, adesso sono piccolissime.

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