lunedì 16 marzo 2020

Cronache dalla quarantena - Giorno 10

Uno pensa che ormai è quasi fatta, e mentalmente è preparato al fatto che manca poco, che ormai è quasi finita, 10 su quattordici sono andati. E poi ti fai i calcoli e mancano ancora 5 notti, e 5 giorni, a fare 14, e sembra che i conti non tornino. 
Un po’ come quando si parlava della fine del millennio, era tra il 1999 e il 2000 o tra il 2000 e il 2001? Robe che ci si menava, eh. L’anno zero conta? Come conta? 
Adesso invece conta di più il paziente zero. 

La mattina comincia con una videochiamata di Andrea, amica superfit che abita nel mio stesso compound (vi parlerò del mio compound, prima o poi), che alle 8:50 mi chiede notizie della mia quarantena. Rispondo che non ho avuto tempo neanche di una “ravviata”, lavarmi figuriamoci, vestirmi non se ne parla, ho la faccia imbogonà e d’altra parte oggi per carità divina ho dormito fino alle 7:40 esatte, e presa dall’entusiasmo sono rimasta nel letto. Chissà cosa avrà pensato Andrea, bionda germanica piena di energia, della sottoscritta appena sveglia che combatte coi capelli a carciofo.

Cosa si diceva dell’abbruttimento in cui si cade durante la quarantena? Eccola qua.
Ma poi, mica mi trucco, qui dentro. Alla faccia del “devi essere bella per te stessa”. (Chi l’ha detta sta panzana). In verità i trucchi ce li ho anche, ma ho dimenticato lo struccante, quindi in ogni caso no, niente trucco.
E comunque, ve lo dico dall’alto dell’esperienza dei miei 10 giorni di isolamento, a voi principianti - che vi potete concedere il lusso, tra l’altro, di portare fuori il cane (so di gente disposta a condividere un monolocale con un alano adottato all’uopo), questa cosa che si sta in casa, da soli o adiacenti che sia, per tutto il giorno e tutta la notte non c’è trucco che vi farà migliori di quello che siete: questa situazione vi mette a nudo, vi mostrerete così come siete, senza infingimenti, senza veli. E non sto parlando dei vestiti.

E a tale proposito, mentre guardavo le impostazioni di privacy di Facebook (va bene la nudità, interiore s’intende, ma ci sono anche dei limiti), scopro una funzione che permette di scegliere cosa fare del tuo account “dopo la tua scomparsa” (cit).
Cioè, che faccio, mi scrivo l’elogio funebre e lo posto a scadenza? 
Scelgo di eliminare l’account o di farlo commemorativo? E com’è la commemorazione? Tipo piena di fiori e listata di nero? Vorrei una cosa elegante, eh, non pacchiana, e non sentitevi in dovere di dire qualcosa, per carità. La gente dice un sacco di falsità, dei morti. Ci posso mettere la musica? Che quella l’ho già scelta da mo’.

Comunque, per adesso sto bene, eh. 36.0 la mia temperatura di oggi.

La citazione del giorno: “Niente è più facile che sopportare con forza d'animo le sventure altrui” (Somerset Maugham, Il filo del rasoio)


La canzone del giorno: Shaun Davey, Hear me

Nessun commento:

Posta un commento