mercoledì 18 marzo 2020

Cronache dalla quarantena - Giorno 12


Un’altra domenica.
E niente, oggi non devo lavorare quindi siamo libere di condividere la noia.
Per evitare di essere preda di Netflix per 12 ore consecutive, anche perché personalmente non ne posso più di computer e telefono, decidiamo in maniera quasi unilaterale (plurale majestatis) di fare 45 minuti di computer/iPad e 45 minuti di “altro” non meglio specificato. Dopo breve petizione, i minuti sono estesi a 50 così TheVoice riesce a vedere una puntata intera di Strange things.

Quindi dopo il brunch (ci sto prendendo gusto) giochiamo a Cluedo, versione portatile regalo dell’amica Ale, scritto così piccolo che ogni volta devo togliermi gli occhiali per leggere la cartina e rimetterli per vedere la scacchiera. Questa cosa un po’ mi fa ridere (metti togli metti togli), un po’ non tanto, e poi comunque vince sempre TheBrain, non ci si diverte neanche più. 
Poi libere di guardare dispositivi elettronici (pochi messaggi in quest’ora, solo 46, quasi mi sento abbandonata), poi altro round di giochi a carte, TheBody che si altera perché TheVoice canticchia in continuazione (stiamo diventando intolleranti), TheVoice che si innervosisce perché TheBody le fa il verso e però non canta correttamente (stiamo diventando anche suscettibili), poi ancora Netflix/youtube/telefono (ora di pace e silenzio assoluto), in loop. 

Ma anche voi non riuscite a staccarli dal computer, sti ragazzi? Che ne è dei puzzle infiniti delle giornate d’inverno, dei libri, delle costruzioni con i lego, dei diari segreti? Non ci sono più i diari segreti, quelli dove disegnavi e scrivevi e ci mettevi il lucchetto che in verità non era neanche così facile da aprire e se perdevi la chiave capace che non lo potevi usare più? 

Ma poi, devo essere onesta. Anche io, che ho bisogno di tranquillità, di silenzio, di solitudine, tutto sommato non è che sono così dispiaciuta che se ne stiano buone a guardare tutta la tredicesima stagione di Gray’s Anatomy o i video deficienti di TikTok e youtube, purché non mi bisticcino nelle orecchie o non corrano per la stanza rischiando per altro di fratturarsi la fronte sull’angolo del comodino. 
Cerco di parlare un po’, ma se in tempi normali le reazioni sono piuttosto tiepide, in tempi di virus non si sa bene di cosa parlare, se non di virus, il che francamente ci deprime un po’.
E d’altra parte, non c’è neanche più il rito del pranzo ad agevolare la conversazione, mangiamo in vaschette di plastica, se va bene, sedute sul divano, come certe figure di depressi cronici di certi film americani, e non posso mica chiedere, mentre spostiamo di lato il riso bollito con le verdure e togliamo dalla confezione di plastica una preziosissima fetta di salame per poi addentare un panino asciutto, che ci devi bere dietro una bottiglia intera di acqua, non posso mica chiedere “Cosa avete fatto oggi?”, che mi prendono per deficiente.

Comunque, la notizia vera è che forse (forse) riaprono le scuole ai primi di aprile. Ci danno 3 settimane di preavviso, di cui una di vacanza che dovrebbe agevolare il rientro delle famiglie a Shanghai e contemporaneamente sostituire/anticipare lo spring break, che cade appunto per Pasqua, per evitare la possibilità che, non appena tornati al campus, si debba stare di nuovo a casa.. 
Detta settimana di vacanza sostitutiva anticipata è la prossima.
Prevedo serissime difficoltà di concentrazione nei giorni di lunedì e martedì, o in alternativa utilizzo massivo di Netflix.

La canzone di oggi: Vasco Rossi, La noia

La frase di oggi: Ma nell’ora che non guardiamo Netflix dobbiamo per forza fare qualcosa insieme?

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