mercoledì 18 novembre 2015

Chissà se funziona

Premessa.

Mi piace leggere. Adoro leggere. Fin da bambina ho sempre letto tanto, sono sempre stata circondata dai libri e trovo sia normale spendere soldi per comprare libri. Una casa senza libri è una casa senza anima. Per un certo periodo della mia vita, in verità, non ho avuto necessità di farlo, avendone così tanti a disposizione, a casa dei Wonderparents, da poter leggere per anni, ma questo è un altro discorso. 
Mi ricordo che tempo fa, passato quel periodo là, su una popolare via pedonale, alcuni ragazzi che cercavano di vendere certi abbonamenti per l'acquisto di libri chiedevano, come primo approccio, "quanti libri compri in un anno?", domanda alla quale facevo un po' fatica rispondere, perché mi toccava fare il calcolo, e insomma veniva fuori sempre più o meno una cinquantina, arrotondando (in eccesso o in difetto). E non sono neanche tanti, per alcuni. E poi dicevo che no, non volevo il loro abbonamento perché a me piace entrare in libreria. E insomma, a essere sincera mi piace anche, dato che ne ho la possibilità, entrare in libreria e comprare, toh, quattro, cinque, sei libri, dei miei autori preferiti, o anche di quelli consigliati, di cui ho letto una recensione oppure perché mi piace la copertina, ecco. Acquisti compulsivi, la verità.
C'è da dire però che non siamo mica tutti così, in famiglia. Qualcuno legge tanto, qualcuno poco, qualcuno niente. A proposito di quel discorso sull'influenza dell'ambiente eccetera.

Fine della premessa.


Questa è la settimana del libro, a scuola. Pullulano iniziative.

Lunedì, pigiama day. Vai a scuola senza vestirti, direttamente come sei quando ti alzi dal letto portando pure il peluche o la foretta*. Pare che la cosa faciliti la lettura. Immagino che sia per riprodurre l'atmosfera della quiete serale, quando normalmente si legge prima di dormire. Vi lascio immaginare la quiete.

Martedì, fiera del libro. Vai in giro per la scuola sventolando i tuoi remimbi per comprare uno due tre libri a caso, tipo l'ultimo libro di Barbie o una riproduzione cartacea dei Pirati dei Caraibi (fascino di Jack Sparrow). Data la premessa, purtroppo non posso dire nulla.

Mercoledì, giornata del travestimento. Vai a scuola vestito come un personaggio del tuo libro preferito, e con il tuo libro preferito. Segue sfilata. (E no, non puoi riciclare il vestito di halloween).

Giovedì, fiera del libro. Aridaje.

Venerdì, consegna della busta con i soldi raccolti le settimane precedenti, durante le quali un adulto a caso (nonni, dove siete?) si è impegnato a dare una mancia per ogni minuto (minuto!) che il pupillo ha speso a leggere. Più minuti, più soldi, più premi e cotillon. Grande festa. Finalità benefica, al solito.


Sto cercando di ricordare quando hanno avuto lezione per due giorni di fila.
Ma la vera domanda è: funzionerà? O è solo questione di carattere, di inclinazione personale? E soprattutto, voglio davvero una risposta?


*per i non veneti, guanciale

7 commenti:

  1. Non credo tu voglia davvero una risposta perché credo tu l'abbia già. Il fatto è che secondo me fin quando ti dicono gli altri di leggere, a nessuno andrà mai. E' quando si entra in una libreria e si è attratti e incuriositi, che può nascere quella passione.

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    1. In effetti una mezza risposta ce l'ho.
      ma forse anche rendere la lettura una specie di divertimento collettivo potrebbe aiutare, no?

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  2. è quando c'è qualcuno che ti dà un esempio costante che la probabilità di diventare un lettore è maggiore, ma non sempre, figuriamoci con 'ste pagliacciate all'americana...
    L'AleS

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    1. verissimo, l'esempio è il primo messaggio, ma l'emulazione non sempre ne consegue...
      per ora abbiamo guadagnato dei libri in più, speriamo che non restino sullo scaffale

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  3. Mi sembra un'iniziativa un po' stramba, ma immagino la gioia di poter andare a scuola in pigiama! ^_^
    Che dire, tutto molto bello, ma... farsi pagare per leggere?? Che cavolo di messaggio è?

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  4. ecco, questo in effetti non mi piace per niente. farsi pagare presuppone che non ci sia reale volontà o desiderio di leggere per scoprire cose nuove, ma solo per ottenere qualcosa in cambio. che tristezza.

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