venerdì 26 febbraio 2016

Giorni e conti

Sono passati 100 giorni dall’inizio della scuola.
La Gabbianella deve inventarsi un modo per celebrare degnamente l’evento: scateniamo la fantasia per creare qualcosa che faccia ricordare questi 100 giorni.
Primo pensiero: Ti pareva che non perdano occasione per saltare un giorno di scuola e fare festa.
Secondo pensiero: tocca fare il puttanage (per chi fosse nuovo del posto, dicesi puttanage l’insieme dei lavoretti di varia creatività, diretta derivazione di collage, decupage, assemblage, e un po’ tutte quelle attività che finiscono in -age utili ad intrattenere variamente quanti non sanno cosa fare del loro sterminato tempo libero). 
Allora, brainstorming. Non ci saranno mica solo le perline, la pasta e i mattoncini del lego. Un disegno? banale. Sassolini? non si trovano sassi in tutta Shanghai, e poi il lavoretto diventerebbe un tantino pesante. Un cestino di fiori? 100 fiori, però, se ci vedono quelli della sorveglianza ce li mettono in conto, e poi ora di domani sono già secchi.

mumble mumble…

Abbiamo trovato. 100 chicchi di riso, tutti colorati. Uno per uno, che pare più bello, così si possono fare neri i giorni brutti, gialli quelli di sole, rossi quelli di festa, verdi, viola, blu…
Eccoli qui, i cento chicchi di riso colorati, uno per ogni giorno.

E, guardandoli, mi viene subito da pensare che sono pochissimi. Ci stanno larghissimi, nel palmo della mano. Navigano nella vastità della scatoletta di plastica trasparente e così li spostiamo in un sacchettino di plastica, ma anche lì dentro sono veramente pochi.

E così, quelli sono 100 giorni della vita della Gabbianella. 
In quel mucchietto minuscolo c’è il primo giorno di scuola, c’è la colazione con il pane fresco e la marmellata, la merenda dimenticata sul tavolo, i capricci per le scarpe, i pomeriggi in piscina a fare i tuffi, le mattine seduta sul tappeto a guardare il maestro, la festina di compleanno senza le candeline ma con tanti bambini a cantare in tante lingue, i cuoricini sul vetro del BusEnorme, i giochi con l’ipad, le capriole sul tappeto, le sbucciature sui ginocchi, la nota della nurse, le tue prime frasi in inglese, il tuo primo Award, i salti sulla coccinella gigante, i libri da leggere insieme, Tristan che ti dice I love you in giardino, la sfilata di Halloween, le sere a pulire fagiolini e tagliare pomodori, le corse in monopattino, le ore a giocare col vicino, la mattina con la neve inaspettata, il freddo sulle mani senza guanti, tutti i cuori sui fogli di carta, la tua prima letterina a santa Lucia, la recita di natale, le lanterne di carta, le treccine, le lezioni di nuoto e il costume nuovo, il tatuaggio sulla fronte, le sorpresine a forma di animale, Olivia che ti tira i capelli, il tuo ritratto ad acquarello, le camera words, i baci della buonanotte.

Sembrano tanti, a dirli, cento, e a vederli nei chicchi di riso invece non sono niente, eppure ci sono tantissime cose, dentro, e alcune sono importanti e le porteremo sempre con noi, e molte altre invece le dimenticheremo, o le abbiamo già dimenticate. 
E niente, mi viene da pensare a quella frase che dice don’t count the days, make the days count, e mi sembra che sia vera, anche se è un po’ una frase da frigo, di quelle che uno si sceglie come memorandum ma poi finisce che a guardarle tutte le mattine non ci fai più caso, e perde di senso.


E poi però penso che contandoli, i giorni, anche all’indietro, i giorni della tua vita che puoi mettere in una manciata di chicchi di riso che tutti insieme non riempiranno nemmeno una ciotolina, ci trovi delle emozioni che ti eri dimenticata, delle sensazioni, delle immagini, delle idee, degli amici, degli amori, insomma un mucchio di cose tue che fanno sì che quei giorni contino, uno alla volta, uno dietro l’altro. A centinaia.

giovedì 18 febbraio 2016

Loviu

E ti guardo, tu che stai diventando grande anche se sei sempre la più piccola, che hai due ciuffi di capelli sugli occhi e ci guardi attraverso, come da una finestra, che ridi di una risata contagiosa, che ti metti in posa per le foto con quelle due dita aperte come i cinesi, che stai cercando di trovare il tuo spazio tra le due sorelle e sgomiti un po', che gridi per far sentire la tua voce. Che ogni giorno mi disegni dei cuori colorati, che mi fai le dediche sui foglietti nella tua scrittura sbilenca, che mi abbracci all'improvviso guardandomi con quegli occhioni tondi, che non sopporti quando ti sgrido perché non vuoi deludermi, che racconti sempre la stessa barzelletta e io rido sempre, e mi fai sempre lo stesso indovinello, e quando indovino tu ti metti a ridere.

Tu che sprofondi nel sedile del BusEnorme e guardi fuori con aria triste ma poi mi sorridi e disegni un cuore sul vetro, che ti commuovi a guardare i cartoni animati e le vecchie fotografie, che salti sul divano e canti le canzoni inventandoti le parole. Tu che non riesci a stare arrabbiata dieci minuti, che litighi in continuazione con chi ami davvero, che te ne stai ore a giocare da sola, che guardi le istruzioni del lego e costruisci aerei e elicotteri e astronavi, che non ti importa di avere le magliette che erano della BB o le scarpe della Nina o i jeans del Gatto o la felpa però vorresti ogni tanto qualcosa di nuovo, di solo tuo, ma ti accontenti di una gomma a forma di koala viola, e anche se hai già una bicicletta rosa, e uno skate-board e un monopattino e i pattini, e quindi di ruote sei piuttosto fornita, vorresti una bicicletta nuova, blu.

Tu che mi dici Ciao mamma io vado fuori, e quando ti guardo stranita, ché quando mai s'è vista una bambina di cinque sei anni uscire da sola, tu mi chiedi Che c'è? come se fosse normale; tu che hai voluto un orologio così puoi controllare a che ora devi venire a casa e l'hai voluto uote resit, così ci puoi andare in piscina, che mangi piatti di pasta in tutte le salse ma neanche una verdura né cotta né cruda, che pensi sempre con la tua testa e devi sbatterla, certe volte, per capire; che hai delle amichette, qui, e anche degli amichetti, ma una sola grande amica, sempre nel tuo cuore.

Tu, piccola mia, stai diventando grande, e non basterà metterti le forcine per tenere su quei ciuffi di capelli, perché il tuo sguardo sarà sempre libero, come il tuo pensiero, come il tuo cuore.

venerdì 12 febbraio 2016

Impulsività e ripensamenti

Capita, certe volte, che le cose succedano senza che siano accuratamente pianificate, senza che siano frutto di una scelta consapevole e meditata. Capita che alcune risposte a certe domande poste all’improvviso non siano ragionate, ma dettate invece da una vocina interiore che non tiene conto delle conseguenze pratiche di quella risposta. E non è che puoi sempre stare lì a controllare ogni minima intonazione, specie se di carattere sei tendenzialmente impulsivo. Ecco, diciamo poi che l’impulsività non aiuta molto, nelle scelte ponderate.
Ma tant’è, una volta che hai parlato non ti puoi rimangiare le parole. Al limite, puoi provare a rettificare il tiro, cercare di stemperare l’assertività decisa che ti è uscita non sai da dove in un monosillabo che non ha nulla di equivocabile, di fatto. E poi comunque non è che puoi infiorettare di molto un monosillabo.

E quindi, ho letto poi che il mio oroscopo cinese dell’anno della scimmia mi spinge a cambiamenti decisi, e quindi sarà stata la scimmia a parlare al mio posto, quella che tutti abbiamo appollaiata su una spalla, chi tutti i giorni, chi a giorni alterni, chi più giocherellona chi più fracassapalle. Io di solito ce l’ho fracassapalle, per dire, a presenza decisamente costante.

E niente, è successo che alla apparente innocua domanda di Stanley, che da quando siamo reloaded ha sostituito Bono, per intenderci, (chi non avesse idea di chi sia Bono  può guardare qui), la Wonder, forse distratta dalla scimmia fracassapalle o forse nel tentativo di tacitare quella vocina stridula che certe scimmie tirano fuori quando si sentono trascurate, ha risposto , senza ripensamenti, senza tentennamenti.
E quindi Stanley ha preso le forbici e ha cominciato a tagliare, anche lui senza tentennamenti. Perché la domanda era Li devi tagliare? sottinteso i capelli, ché da un parrucchiere, per quanto cinese, uno si aspetta che di quelli intenda occuparsi. E ha tagliato, tagliuzzato, sfoltito, finché anche la scimmia sulla spalla si è risvegliata dallo stordimento causato dalla risposta decisa della Wonder e ha detto Vabbè, anche basta, dai.

Il nuovo look ha riscosso un discreto successo, se si escludono gli integralisti cinesi che non vedono di buon occhio tagli di qualsiasi natura durante il capodanno, e Gatto Selvaggio che, appena ha messo gli occhi sulla Wonder le ha detto, con una impulsività senza filtri, Tu non mi piaci così, non sembri la mia mamma.

Vabbè, lì per lì non è che sia rimasta contenta. Direi che un di merda rende piuttosto bene, la verità. Ma me ne son fatta una ragione, eh. Ho pensato che sarebbero bastati pochi giorni perché il Gatto si abituasse a vedermi con i capelli corti, ecco.

E in effetti, dopo qualche giorno, mentre ero in cucina a preparare il caffè, in camicia e un tantino scarmigliata, il Gatto mi ha guardato, inclinando la testa come fa di solito quando deve dire una cosa e non sa bene quali parole scegliere, e mi ha detto Sai, adesso cominci un po’ a piacermi, con i capelli così. Sei più buona. Forse hai tagliato via la parte cattiva
Mi ha abbracciato stretta e, senza aspettare un bacio, è scappata via.

sabato 6 febbraio 2016

Facciamo festa. Il capodanno cinese alla moda dei cinesi

Per la festa di primavera, è vero, ci sono un sacco di tabù.
E quindi, con tutte le cose che non si possono fare, alla fine cosa fanno, i cinesi, durante il capodanno cinese?

In verità fanno un po’ quello che facciamo tutti durante le feste. 
Tipo che attaccano decorazioni rosse in casa e fuori casa, lanterne o lunghe sequenze di pesci di stoffa o nodi impossibili o cartelli con scritte dorate. Quelli sulla porta spesso sono caratteri che significano fortuna e primavera, che di solito vengono appesi al contrario, perché la parola che significa a rovescio (dao) si pronuncia come la parola che significa arrivare, quindi fortuna e primavera arrivano di sicuro alla tua porta. 

Si comprano cibi particolari come il Nian Gao, una specie di tortino di riso, Gua Zi, semi di melone che siccome sono tanti portano fortuna, un po’ come le nostre lenticchie, e tanto, tantissimo pesce in tutte le forme, anche finto, da appendere, perché Yu, che significa pesce, si pronuncia come Yu, che significa abbondanza; la quantità di pesce che si consuma durante questa festa è inimmaginabile. 

Poi si mangia tutti insieme il giorno della festa (classico cenone), si gioca a mahjong (fate finta che sia la tombola), si guarda in TV il gran gala di primavera (con due tizi tipo Amadeus e Papaleo, solo che qui evitano accuratamente dal dire qualcosa di sgradito sennò si ritrovano deportati in Siberia), si regalano Hong Bao, cioè buste rosse piene di soldi (occhio a non dare cifre con dentro il 4 che porta sfortuna), si va a vedere il festival delle lanterne quando le strade sono tempestate di lanterne rosse che non vedi più il cielo, si guardano film romantici a lieto fine (quelli con star come Maggie Chung, Jackie Chan e Stephen Chow vanno alla grande), si fa visita ai parenti e si fanno i fuochi d’artificio.

Ora, riguardo a queste due ultime attività, quest’anno ci sono delle novità.

Primo, a Shanghai, dal primo gennaio 2016, è vietato fare fuochi d’artificio. O meglio, è vietato vendere e acquistare fuochi d'artificio illegali, e cioè a dire quasi tutti. Oltre a provocare incidenti gravi (per cui poi tocca andare in ospedale e l’ospedale è tabù), e talvolta purtroppo anche mortali, il consumo indiscriminato di fuochi d'artificio fa anche aumentare incredibilmente i valori di inquinamento (in poche ore si passa da 150 a 800 pm 2.5).
Questo provvedimento, che riduce a circa 700 i venditori autorizzati, sottoposti a stretti controlli sulla qualità dei prodotti, rischia d'altra parte di snaturare una delle più radicate tradizioni della festa, e cioè scacciare a suon di fuochi e petardi gli spiriti maligni, nella fattispecie quel mitico Nian con testa di leone e corpo di bue che ha terrorizzato per millenni l'immaginario collettivo cinese.
Come conseguenza immediata, non si vedono più in giro banchetti ambulanti con ogni tipo di esplosivo, rimpiazzati da carretti con decorazioni rosse.
Ma niente paura, i cinesi si sono già attrezzati. Pare che ci saranno i fuochi fake, elettronici, ossia luci colorate proiettate sui muri dei palazzi, e mortaretti finti, in pratica rumori registrati.
La cosa, non lo nego, mette un tantino di tristezza: se l’inquinamento è davvero la ragione principale, mi pare che sarebbe più utile adottare seriamente i protocolli (non so, quelli di Kioto per esempio?) durante tutto l’anno, anziché impedire i fuochi per una notte.
Comunque, confidiamo nel fatto che i cinesi, tendenzialmente, se ne fregano delle regole.

Per quanto riguarda le visite ai parenti, la Cina si prepara, al solito, a una migrazione di massa. Niente e nessuno impedirà di raggiungere i propri cari al paesello. E infatti due giorni fa, a causa dei ritardi sui treni dovuti alla neve, circa trentamila persone sono rimaste bloccate nella stazione di HongQiao. La fila arrivava fin davanti a casa mia, tanto che per un attimo ho pensato che davvero ci fosse una ingente mobilitazione per protestare contro il mio stato di ragazza madre. Comunque.
Anche una attività apparentemente innocua come andare a trovare i parenti potrebbe creare un certo imbarazzo, per esempio in chi non ha guadagnato abbastanza da mettere nella hongbao una somma a tre zeri per far sapere ai congiunti come si vive bene nella metropoli, nel qual caso si può ovviare riempiendo la busta di noccioline, per quanto la cosa risulti senza dubbio meno prestigiosa. 
Un'altra categoria potenzialmente in difficoltà sono i single (considerati poveri sfigati come i disoccupati, specie le ragazze). 

Ma qui viene in aiuto l’amico di sempre, quello a cui ti rivolgi per avere qualsiasi cosa tu possa desiderare, in qualsiasi momento, ovunque tu voglia: TaoBao. Vi ho già parlato di Taobao, vero? È stato in occasione di un'altra festa
Comunque, TaoBao è il sito web.
Nella sezione “Noleggio ragazzi” si trovano varie soluzioni, con foto e dettagli personali, a partire da 500 Yuan al giorno. Non so come possa essere la versione più economica, ma nel prezzo sono compresi gli abbracci e un bacio sulla guancia. Poi chissà, magari da cosa nasce cosa…

giovedì 4 febbraio 2016

Xin nian hao! Ovvero cosa non fare durante il capodanno cinese.

Arriva l’anno della scimmia, con la sua coda lunga e la faccetta fintamente simpatica.

Sono l’unica che trova che la scimmia sia un animale detestabile? con quel suo fare svelto e curioso, con quelle zampette che frugano dappertutto, i denti aguzzi e gli occhi cattivi?
A me le scimmie mi mettono un po’ di ansia. Le vedi lì sedute, tranquille a rosicchiarsi un torsolo di mela o a cercarsi le pulci, ma è tutta facciata. 
In verità sono subdole, ti vengono vicino con l’aria innocua e poi ti strappano di mano la merenda e se la vanno a mangiare sul ramo più alto, guardandoti come se fossi un idiota. E ti ci senti, idiota, a farti fregare da una scimmia. La quale, non paga di averti lasciato senza snack, si incazza anche se la guardi male e appena trova l’occasione ti piscia in testa ridendo con quella risata stridula. 
Sei fortunato se non ti arriva di peggio.

Ma insomma, anche la scimmia ci tocca ogni dodici anni.

Il capodanno è la più importante delle festività cinesi. Per quindici giorni, ogni anno, un sesto della popolazione mondiale festeggia l’arrivo della primavera (valli a capire) in un periodo che cade tra il 21 gennaio e  il 19 febbraio, a seconda della luna. Cioè cade nel giorno della seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno, o se volete nel giorno della prima luna nuova del primo mese del calendario lunare cinese. Facile no?
Comunque, fidiamoci di chi ha fatto i calcoli e festeggiamo l’otto febbraio.

Ma occhio che qui sono superstiziosi, e ci sono delle cose che proprio non si fanno.

Quindi, se volete passare bene questa Chun Jié, attenetevi per quindici giorni a queste regole: 

  1. non piangete, porta sfortuna; 
  2. non rompete i piatti, 
  3. non usate le forbici e 
  4. non prestate denaro, tutte attività che vi renderanno poveri (specie quest’ultima); 
  5. non uccidete animali che non è carino; 
  6. non vestitevi di bianco né di nero, usate invece il rosso; 
  7. evitate di andare negli ospedali (e i vostri congiunti moribondi… amen).
  8. non preparate il porridge, porta povertà (ma poi, chi è che mangerebbe porridge a una festa? bleah)
  9. non lavatevi i capelli, porta sfortuna (andate dal parrucchiere qualche giorno prima, via)
  10. non lavate i vestiti, lavare in generale porta via la buona sorte (magari l’ascella potete sciacquarvela, su, che sennò se ne vanno pure gli amici)
  11. non gettate la spazzatura almeno fino al quinto giorno della festa
  12. anche spazzare porta via la buona sorte: bene va’, così siamo esentati dal fare le faccende domestiche. D’altro canto, se non volete vivere in una porcilaia, dovete pulire bene tutto prima, e non sto a dirvi cosa vi toccherà dopo.
  13. non parlare di argomenti sfigati, tipo disoccupazione, fame nel mondo, infelicità… passatevela allegra, insomma.
  14. non lavorate a maglia, anche quello impoverisce. Donne che sferruzzate a tutte le ore, siete avvertite.
[continua...]

mercoledì 3 febbraio 2016

Come occupare il tempo libero in una vacanza d'inverno a Shanghai

E siamo qui, alla fine, dentro questo turbinio da fine dell’anno cinese.

Le caprette ti fanno ciao, i pupazzetti cornuti spariscono dalla circolazione e l’universo mondo è ricoperto di scimmie e banane: vetrine, scaffali, ristoranti, maglie, tazze, lanterne, vasi, pigiami, buste rosse, anelli... ogni oggetto di vita quotidiana viene immancabilmente timbrato da scimmiette felici. Perfino le mutande, giuro.

Le tre petunie sono a casa da scuola per le prossime due settimane, l’ingegnere lavora e poi se ne va per un business trip in terre sconosciute, lasciando la Wonder sola a gestire l’adiacenza con le nane; sola davvero, dato che la maggior parte degli amici, qui, abbandona la terra di mezzo durante uno dei periodi più irrimediabilmente caotici e sardinery-style dell’anno cinese.

Ancora non mi spiego come mai nessuno è ancora sceso in piazza per manifestare contro questa evidente destrutturazione della famiglia tradizionale.

Stiamo già facendo programmi dettagliati per evitare di restare tutto il tempo a giocare a phonics hero e a guardare tutta la serie di Star Wars (se va bene, altrimenti c’è Minecraft, o l’intera piattaforma friv gentilmente segnalata dall’amica Ale in tempi remoti, nonché una serie di tristissimi film per ragazzi con delfini senza coda) e soprattutto per evitare che la Wonder, già innervosita dallo stand-by forzato al suo allenamento settimanale, scleri definitivamente.

Siccome fuori fa un freddo polare (quarant’anni che non gelava così, per dire) sono previsti, più o meno nell’ordine: 

- pomeriggio al cinema, a vedere Alvin and the chipmunks; 
- pomeriggio al jump360, che già il nome dovrebbe farvi intuire essere un posto dove i bambini si stremano saltando sui tappeti elastici mentre i genitori li guardano in attesa che si fracassino il cranio sbattendo l’uno contro l’altro o si rompano un braccio cadendo rovinosamente dopo un triplo salto carpiato all’indietro; comunque, siccome pare si tratti dell’area gioco indoor più grande del mondo, almeno una volta sarà da andarci, anche solo per sfoggiare un’aria di superiorità quando qualcuno ti chiede se ci sei mai stata;
giornata al museo di storia naturale, pare che sia imperdibile; 
- giornata alla fabbrica di cioccolato, con degustazione, ça va sans dir; 
- pomeriggio al cinema, a vedere Kung fu Panda 3 (lo so, mi ripeto)
- pomeriggio al climbing space
- giornata al museo d’arte moderna

e arriviamo a sei giorni di copertura. 

Aiutatemi.