martedì 12 marzo 2013

Precarietà della mezza stagione

Sta finendo l'inverno. Almeno così dicono.
In effetti le giornate si allungano, non fa più buio alle cinque del pomeriggio e le temperature sono decenti, e in definitiva mangio meno cioccolata, il che tra tutti costituisce senza ombra di dubbio l'indicatore più attendibile.
Siamo nel mezzo della mezza stagione. Chi ha detto che non esistono più le mezze stagioni non va a spasso in marzo da un bel po'.
E nel mezzo delle mezze stagioni succede un fatto. Succede che, quanto ad abbigliamento, sei sempre inevitabilmente inappropriata.

Ti alzi alla mattina, guardi fuori il sole pallido che a stento scaccia la nebbiolina che avvolge le primule, rabbrividisci nella sottoveste e decidi di infilarti i jeans e quella maglia di lana che ti piace tanto, calda come l'abbraccio dell'amore tuo, e poi ti ritrovi a mezzogiorno a sudare come un cavallo mentre cammini velocemente verso la scuola in ritardo per la recita.
Capita che, dopo giorni di pioggia e nuvole, guardando fuori vedi il sole nel cielo blu e decidi che è ora di mettere via il piumino e indossare quel cappottino di lana fashion che non metti da tanto, e finisci per ficcarti in un bar a bere un caffè e a scaldarti un po' da quel vento freddo che si è infilato dappertutto.

Per non parlare della pioggia, quella pioggerella leggera che quasi non si vede ma che bagna fino alle mutande e riduce la capigliatura a un ammasso crespo e informe, perché l'ombrello non ce l'hai, non lo porti mai ché tanto poi lo dimentichi in giro e se per caso l'hai messo nella borsa ti dimentichi di avercelo messo. E comunque in genere nella borsa non lo metti, ché un ombrello, se anche è un ombrellino pieghevole sfigato, pesa un accidenti, e nella borsa hai già un portamonete con due chili di spiccioli (che messi insieme ti ci puoi comprare un chilo di brasato, o uno smalto Chanel), un libro, un portafoglio vuoto ma incredibilmente ponderoso, le chiavi di casa che neanche san Pietro, un paio di calze antiscivolo del Gatto rimasuglio dell'ultima festina, quegli orecchini che ti si impigliavano dappertutto, un rossetto, uno specchietto, fazzoletti, scontrini sparsi, il cellulare, una bottiglietta d'acqua, dei cioccolatini con dentro il liquore e la ciliegia (perché l'inverno sarà anche quasi finito ma quando cammini da sola nell'aria fredda che scompiglia i capelli ci vuole qualcosa che riempia il cuore) e gli occhiali da sole dentro una ingombrantissima custodia rigida.
E insomma l'ombrello non ci sta, nella borsa.

Ma il bello delle passeggiate nel mezzo delle mezze stagioni è guardare la varia umanità che passeggia come te.
Perché in effetti essere inoccupata comporta l'indubbio vantaggio di poter disporre di una discreta quantità di tempo libero, il che consente di rendersi conto che c'è in giro un sacco di gente che non fa niente, motivo per cui in un romanzo dell'ottocento si definirebbe in modo piuttosto appropriato nullafacente, ma che adesso ho l'impressione che sia per lo più disoccupata.
Oddio. Disoccupata. Non è mica chic da dire, disoccupata. Che orrore.
Eppure personalmente non posso nemmeno fregiarmi del pur vituperato titolo di precaria, in quanto, sebbene mi senta in equilibrio abbastanza instabile, la mia condizione promette di essere piuttosto definitiva, la verità.

Comunque le passeggiate in centro, dove si raduna un sacco di gente che ha, diciamo così, del tempo libero, sono illuminanti circa la discrezionalità della percezione delle temperature.
C'è per esempio una signora che ha deciso che ancora non è tempo di smettere la pelliccia, però la tiene slacciata e ha un foulard che pende dal collo. Il turista evidentemente nordico sfoggia bicipiti lattei e una pancetta prominente sotto la maglietta estiva, però fa effettivamente un po' pena e sono sicura che se san Francesco fosse ancora vivo non esiterebbe a regalargli il suo mantello. Un gruppetto di quindicenni semianoressiche si pavoneggia in minigonne inguinali e ballerine rosa ma anche se hanno tutte le gambe viola e le labbra blu non ammetteranno mai di avere un freddo della madonna, e continueranno a scuotere i lunghi capelli, a camminare tenendosi strette e a ridere a ogni passo.

Il bancario senza cappotto cammina leggiadro nel completo scuro, ché tanto arriva solo fino al caffè all'angolo; il barista del caffè all'angolo è in maniche di camicia, perché affacendato a distribuire caffè a destra e a manca. Il commercialista a destra indossa un cappotto di taglio classico e l'ombrello legato alla valigetta, l'architetto a manca una giacchetta di velluto a coste e la sciarpa annodata in modo sapientemente casuale; la sciura platinata ingioiellata come la Madonna della Visitazione ostenta una mantellina di volpe siberiana che copre appena la camicetta di voile, il nerd ha l'aria torva dietro il collo rialzato del giubbotto imbottito e lo scooterista si aggira presso il bancone bardato come un palombaro, con il casco appeso al braccio.

Insomma, c'è un sacco di gente che vive con indifferenza la precarietà della mezza stagione, e fa un po' come se non esistesse, ancora restia a lasciar andare l'inverno nonostante la temperatura primaverile di mezzodì o già proiettata verso il caldo dell'estate a dispetto dell'aria frizzante e della nebbia mattutina.
E io, pensandoci bene, mi sento un po' come una mezza stagione, che ci sono dei giorni in cui la luce è più intensa e tutto sembra roseo, e poi all'improvviso l'aria si fa fredda, il cielo si rannuvola e piove tre giorni di seguito.
Confido nel fatto che, a ben vedere, le mezze stagioni son lunatiche, nervose, matte e confuse, ma hanno il vantaggio che non annoiano, e durano così poco che quasi non te n'accorgi.

25 commenti:

  1. In effetti anche qui pareva arrivato il caldo e invece oggi ha grandinato che manco in pieno inverno, però essendo tornata a temperature un po' più fredde rispetto al caldo sud Sardegna almeno qui non vedo gente con magliette e pantaloncini come capita al primo sole li giù :)

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    1. il famoso *colpo di coda* dell'inverno.
      Che in realtà l'inverno finisce il 21 marzo, per essere precisini.
      e comunque somiglia tanto a una balena, che con un colpo di coda crea parecchio scompiglio...

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  2. mi ci ritrovo pienamente, soprattutto al punto (dolente) dedicato ai capelli increspati dall'umidità...

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    1. non posso credere che nessuno abbia inventato ancora un rimedio anticrespo. misteri di voyager

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  3. "Marzo è pazzerello", che cosa ci vuoi fare?
    Suggerisco una puntatina in California il prossimo anno: qui è primavera, il cielo è sempre blu e il sole splende caldo. A volte mi sembra un setting cinematografico! E non a caso, pare che i sanfranciscani soffrano da morire alla prima giornata di... pioggerellina. Cominciano a dire "Oddio, quanto sono metereopatica!"
    E tutto il mondo è paese

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    1. magari! ci verrei domani.
      anzi guarda, oggi pomeriggio.

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  4. la mezza stagione dell'animo che descrivi, mi ci ritrovo appieno. Spero nella forza del sole e che arriverà al più presto :)

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  5. Io mi ritrovo più nel termine disoccupata che inoccupata, perché in realtà da fare ce n'è sempre con tre creature... Ma davvero usi la sottoveste ? Bacio l AleS

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    1. sì davvero. per dormire.
      anche sotto i vestiti, talvolta.

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  6. La descrizione della borsa ha il suo perchè. Una volta mio marito cercando una cosa mi ha chiesto se stavo cercando di fare un ambiente ideale per un allevamento di ratti...come è umano lui. Wonder, però i tuoi scritti che si diradano...immagino che Verona non offra gli spunti di Shanghai, ma a me manchi!!! P.s. ricordati il caffè ;-)

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    1. Grazie cara ele.
      è che la parte piovosa della mezza stagione è più frequente della parte rosea...

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  7. Io mi attengo a quello che mi diceva la nonna:
    il sole di marzo è pazzo,
    aprile non ti scoprire,
    maggio adagio adagio.
    Un po' più a sud e 800m più in quota è un metodo infallibile...
    a Milano nettamente meno!!!

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  8. Mi ci ritrovo in pieno.Ho l'umore ballerino..speriamo che con l'arrivo del sole si plachi un pò.

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    1. il sole aiuta, credo.
      anche una spiaggia tropicale potrebbe avere effetti positivi

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  9. il tuo "pezzo"mi è piaciuto!secondo me,è importante che continui a scrivere,non tanto per raccontarci cose,ma per te

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    1. scrittura terapeutica.
      in effetti è più economico rompere i cabasisi all'intero web che a un solo analista nel suo studio...

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  10. e non dimenticate che tra un paio di settimane c'è l'ora legale, yuppi!! a me solo quella mi fa già estate!

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  11. Io la odio, l'ora legale! Mi scippano un'ora di sonno e me la ridanno quando ho imparato a fare senza. Cara Wonder, perché non rimugini su un piccolo obiettivo che occupi tre ore la mattina? Non serve che sia remunerato, al momento, poi si vedrà. Chessò, scrivere un racconto lungo, frequentare un corso breve, ....

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    1. sì, sto rimuginando.
      scrivo, a tratti, delle cose che non mi riescono bene.
      ma se non guadagno, cerco almeno di non spendere...

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    2. Se ti può essere utile, Natascia Pane dell'agenzia letteraria Contrappunto, è anche un'ottima Talent coach per scrittori alla ricerca di ispirazione; pubblica in digitale con LACASE digital works.

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  12. mmhh...forse si può dire "diversamente occupata"?
    così come io sono diversamente astemio...

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    1. beh, sì. diversamente occupata rispetto a prima, lo sono di sicuro ;)

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