mercoledì 2 aprile 2014

Lamento di una giovane morta

Sono morta.
Devo averlo pensato, mentre mi trasportano su una barella improvvisata, mentre continuo a svenire e al risveglio vedo solo facce sconosciute, chine su di me, circondate da un alone sfocato. Non provo dolore, solo tanta stanchezza, mi si chiudono gli occhi, e sogno. Sogno una barca che naviga nel cielo azzurro, la vela bianchissima spiegata al vento, e niente intorno. Sole e cielo, e nient’altro. Forse c’è anche il mare, a pensarci bene, ma si confonde con il cielo, è dello stesso colore azzurro. Appena apro gli occhi, vedo figure affaccendarsi intorno a me, ma è come se stessi guardando un film, non sento le voci e l’immagine è sbiadita, come avvolta in una nebbia.

Nella gamba sinistra si apre uno squarcio, ma non sanguina, stranamente; la carne viva e l’osso del femore hanno uno strano colore, diverso da quello che mi sarei aspettata. Sembra la pancia squarciata di un pesce, già ripulita da mani esperte, con la lisca spinale in vista e qualche brandello di interiora ancora attaccato. Ha anche uno strano odore, non da pesce, comunque.

In realtà non avevo mai pensato al colore della carne viva, e al colore di un femore. Non del mio, almeno. Certo, carne al sangue ne ho mangiata, ma non è la stessa cosa. Lì il sangue non scorre, e poi non ci pensi che è proprio il sangue che faceva vivere la bestia che ti stai mangiando, che scorreva nelle sue vene, che faceva funzionare il suo corpo. Qui invece di sangue ce n’è. Rosso, di un rosso così vivo che sembra smalto, tipo Chanel rouge fatal. Da dove arrivi, non ne ho la minima idea, ma non è cosa che mi preoccupi granché. Ce n’è anche una sacca piena, è appesa da qualche parte sopra la mia testa, ma quello non è rosso lacca, sembra più scuro, più compatto, Chanel rouge noir, per dire.

Svengo ancora. Una grossa signora con un camice bianco mi schiaffeggia con sistematica metodicità, e con una certa violenza, anche, ne sento il rumore sul viso come fosse la coda del pesce che sbatte sul fondo della barca, e ricordo di aver pensato che avrebbe potuto essere un po’ più gentile, visto il mio stato, ma intanto non riesco a tenere gli occhi aperti, e mi sento stanca, vorrei solo riaddormentarmi e tornare a sognare la barca, rivedere i miei piedi nudi con le unghie laccate inquadrati dall'alto vicino a quel pesce appena pescato, che sbatte la coda sul fondo della barca.

Sono morta. Dev’essere così, perché non sento niente quando mi infilano l’ago nel braccio, e non distinguo il viso degli inservienti che mi spostano dalla barella al tavolo operatorio. So che sono in sala operatoria per via di quella luce forte, che penetra attraverso le palpebre chiuse, o forse ho aperto gli occhi quel tanto che basta a farmi intravedere un braccio di metallo che termina con quattro fasci luminosi. Non vedo nemmeno il medico, che arriva circondato dagli assistenti, ne sento solo la voce, ma lontana, come se fosse in un’altra stanza, e non capisco quello che dice, mentre una mano si avvicina al mio volto e mi preme una mascherina sulla bocca e sul naso. Cerco ancora di aprire gli occhi, ma è uno sforzo immenso, e tutto sommato non è che ne abbia proprio voglia. È solo un tentativo doveroso, per così dire.

Ora sono distesa su un lenzuolo bianco, in una stanza dalle pareti bianche che non somiglia per niente alla vela di una barca, il volto bianco come cera. Sono morta.

Finalmente, mi viene da dire, ma in realtà non provo più niente.

Non sento più dolore, né speranza, allegria, desiderio, tristezza, paura. Niente di niente, nemmeno indifferenza. La cosa non cambierà, lo so.

33 commenti:

  1. ohi ohi bello e triste e tanto bianco-pauroso
    ciao ti accodo subito al mio
    ci ho visto un sacco di cose ...tante immagini forti.e il corto rende ancora più forte
    ciao

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    1. Dai! pensavo si capisse dall'incipit che era tutto finto... ;)

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  3. Oddio, stavo pensando: "dopo i ladri anche un incidente! Sfiga nera..." Per fortuna almeno questo è solo un racconto ma che ben scritto!

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    1. Forse la scelta di scriverlo proprio dopo il racconto vero non è stata felicissima... ma sai, lo spirito spira quando vuole, e l'eds era lì a stuzzicare!

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  4. Mi son spaventato serio! Ho pensato ad un incidente mentre andavi a correre! Facciamo corna!!! Comunque bravissima, ci hai spaventati tutti vuol dire che hai raggiunto lo scopo

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    1. ossignur, pure l'incidente no!
      grazie, l'intento era più intristire veramente. vedremo cosa dirà alla fine la giuria, cioè la giurata, insomma la Donna Camel :)

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  5. Oh! Là! Finalmente un pò di movimento. Un po' macabro, ma bel movimento. Incrocio le dita per te.

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  6. L'unico errore è lo spoiler nel titolo, ahi ahi ahi :)

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    1. Mannaggia, mi hai beccato!
      Non credo si possa eliminare :(
      ma per me il titolo è la parte più difficile, lo cambio in continuazione...

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  7. Scritto molto bene... tratto da una storia vera? Perché sarebbe credibile. Se non è tratto da storia vera sei ancora più brava...

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    1. devo ammettere che lo spunto viene da un episodio realmente accaduto, diciamo una ventina di anni fa.
      oddio, vent'anni fa. chi l'avrebbe mai detto che sarei arrivata a dire "vent'anni fa" O_o
      così adesso sono meno brava... ;)

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    2. Noooo dovevi reggere il gioco e che te lo eri inventata... ;)
      (schezo, è comunque molto avvincente)

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  8. eh eh, contento che sei dei "nostri"... e che impatto!
    Grande uonder!

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  9. Benvenuta Wonder. Sei entrata spalancando la porta. Ti sai far valere.

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  10. Bellissimo.
    Attraente.
    Incalzante.
    In un solo respiro.
    Vivo.
    Vero.
    Brava brava, eh.

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    1. Grazie Gina, ci ho messo dei ricordi sparsi.
      certi ricordi sono anche più veri dei momenti vissuti :)

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  11. Che maestria, WomderDida! Brava e benvenuta fra gli EDSari :)

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