giovedì 10 gennaio 2013

Tentativi

È che qui succedono delle cose. 
Ché io cerco di assestarmi, di non tossire, porto le bambine a scuola, le vado a prendere, mi commuovo a vedere la Gabbianella che mi saluta sorridente dal pulmino giallo, ascolto racconti interminabili di mattine scolastiche, preparo svogliatamente pastasciutte e cene a base di verdure, faccio la spesa, sistemo casa, vengo travolta da mamme e papà dei nuovi compagni di scuola ma non mi ricordo più i nomi, ascolto radio dj, ho la borsa piena di foglietti con scritto cosa devo fare ma poi non li leggo, perché nonostante la letteratura sia piena, come mi dite, di elenchi straordinari io devo ancora imparare a farle, le liste.
Parlo con le maestre, faccio lavatrici, mi lascio sommergere da camicie e magliette dato che il ferro da stiro si ribella, passo l'aspirapolvere, faccio telefonate, tolgo decorazioni dall'albero di natale, scommetto che in Cina c'è una farfalla che sbatte le ali a ripetizione perché in casa esplode un uragano ogni due per tre, guido sulle strade tortuose delle torricelle e mi sento un po' come fossi al GP, ché se avessi la mia ducati invece che la ford station wagon del nonno sarebbe pure bello.
Insomma, cerco di trovare una mia routine, perché senza routine non riesco a programmare, e se non posso programmare mi sento persa, sono come quelle mosche rimbambite che girano in tondo e poi finiscono per sbattere contro il vetro, si fermano un po' lì, ci camminano sopra senza capire come andare fuori, poi fanno un altro giro in tondo, lente e fastidiose, e tornano a sbattere contro il vetro.

Però poi succede che apri la posta elettronica, e ti aspetti di vedere la sfilza di email di facebook che ti comunica quante persone hanno commentato il link della tua amica, e in effetti le trovi, però trovi anche un saluto del MaxDad, uno della Gio, un invito del Community Center, una comunicazione del Passport Club, gli auguri di Franc del corso di fotografia che organizza delle uscite per febbraio, sarebbe bello poterci andare, no?
E mentre sei lì, collegata a skype perché si apre in automatico quando accendi il computer, ti arrivano dei messaggi da Shanghai, come va, come stai, com'è andato il trasloco, e vedi anche la finestrella lì in basso a destra che ti dice chi è online, e ci sono un sacco di persone su skype a quest'ora da Shanghai, e improvvisamente ti ritrovi là, con la testa, e ti sembra di poter prendere la metro e andare a trovare l'amica francese, e mangiare la crema al cocco e farti dare la ricetta, per un attimo ti sembra di essere là, con il cuore, anche se hai le gambe distese sul divano e i piedi sul cuscino nella tua sala con sette finestre al terzo e ultimo piano della casa del cesiolo.

E guardi i vetri delle finestre, e pensi alla mosca, e anche fugacemente a Kafka e a quell'insettaccio schifoso, e concludi che no, non corri il pericolo di andare a sbatterci contro, a quei vetri, non foss'altro perché son talmente sporchi che quasi non ci vedi fuori.

31 commenti:

  1. Leggendo il tuo bellissimo pezzo mi hai fatto tornare alla mente il piccolo principe, la volpe e l'addomesticare come "creare dei legami". I legami ci sono ti devi solo riaddomesticare senza dimenticare troppo in fretta la tua piccola Cina nel cuore

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  2. wonder, come essere normali in un mondo allucinato.
    tu e la tua ducati avete una cosa in comune: l'assetto.

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    1. come una ducati in garage. aspetto il caldo, che con il gelo non funziono mica bene

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  3. datti tempo cara Wonder! mica traslocare vuol dire traslocare il proprio animo ;)

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    1. beh, forse un po' alla volta si sposta anche quello. però ci mette di più

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  4. hai messo giù l'altra gamba, coraggio, pian piano riprenderai a camminare. Anonimo non veneto

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    1. eggià. magari inciampo, eh, ma niente paura, mi rialzo

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  5. Calma. Arriverà il momento. E anche una nuova primavera.

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  6. ah ah Wonder!!! ti prego non pulire i vetri ché sennò piove! e quanto allo scarafaggio di Kafka immagino tu intenda solo la metafora, perché sei mooolto più carina! con le gambe lunghe, che metterle giù non è tanto facile...a volte.
    bacio
    lAleS
    ps. ha un tocco di romantico questa nuova veste del blg...

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    1. ho pensato alla carta di riso, alle canne di bambù e al centro di gravità permanente.
      la carta di riso mi sembrava un discreto inizio

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  7. ci penso spesso a quel momento lì quando arriverà e tu come sempre lo hai descritto benissimo

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  8. Andrà tutto bene.
    A me questa frase ripetuta dalla mia mamma mi fa sempre tanto bene. Anche solo la frase ecco, per dire.

    mimì

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    1. mah, ci proverò.
      sui rimedi *omeopatici* sono un po' critica, ma le preoverò tutte...

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  9. Uhhh! Che nostalgia!!! Si cura con una bella occhiata avanti, verso il futuro prossimo, identificando un paio di obiettivi (raggiungibili, non troppo complicati). Cosa ti piacerebbe che succedesse nelle prossime settimane? E più avanti? Cosa potresti fare per avviarti in direzione "obiettivi raggiunti"? Cosa ti potrebbe far sentire bene? E così via, un passo alla volta, con sempre ben chiara in testa (e nel cuore) la rappresentazione del benessere. Potresti anche coinvolgere la tua bella famiglia, un impegno preso di fronte a testimoni ha più valore.

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  10. Ma el Bighi.....Alberto insomma........elo sempre al lavoro??

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  11. I ritorni sono così. Un po' va bene, un po' va male.
    Un po', dopo, passa. Ché, se non passasse, saremmo nei guai.

    Un abbraccio,
    Morelle

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  12. Vedrai che passerà presto! Intanto fatti qualche scorpacciata di salumi e formaggi italiani anche per me!

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    1. ho già cominciato! non si perde tempo, in certi campi, hehe

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  13. Ciao Wonder,
    arrivo qui da un commento che hai lasciato d Biancume, mi pare di capire che siamo nella stessa fase.. "non me ne volevo andare ed invece eccomi qui"
    Tanta comprensione !

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