domenica 18 dicembre 2011

Casa dolce casa

A Monaco, seduta sul divanetto della lounge ad aspettare il volo che ci porterà in Italia, mi sorprendo interessata ad ascoltare i discorsi incomprensibili sulla finanza di due signori che parlano una lingua del tutto comprensibile. E ce ne sono tante, di persone che parlano una lingua comprensibile, ne sono circondata. Sensazione bizzarra e inaspettata.
All'aeroporto, ad aspettarci, tre di quattro nonni, una macchina (intesa come macchina fotografica), due macchine (intese come automobili) e un pioggia leggera. A casa, grazie all'intervento della Gallia, nordica domestica che per l'occasione si è divisa in partes tres, niente polvere, niente teloni sul mobilio e tappeti puliti sul pavimento lucido.
Nel frigo, grazie al cuore di mamma della NonnaMimmi, sei uova, un litro di latte, due mozzarelle di bufala e una mezza soppressa, oltre a una discreta fornitura di biscotti.
Sul divano, grazie al cuore di Santa Lucia dello ZioAlberto, un bambolotto che fa il bagno, una barbie con il vestito allungabile e un vassoio di trucchi e belletti.

Dopo dieci minuti dall'approdo il pavimento della Bighicasa è ricoperto di giochi che le tre cucciole, ribattezzate per l'occasione Tifone Uragano e Tempesta, hanno ritrovato dopo quasi cinque mesi di astinenza.
Minimizzo, immaginando di schiacciare sotto i piedi frammenti di conchiglie sulla spiaggia anziché collane, forcine e cubetti del Lego sul tappeto della sala.
La Gabbianella non riconosce più la Circe, schnautzer sale e pepe in cui affondava la testa facendo Ooooo e a cui allungava di nascosto pezzetti di prosciutto e biscotti della colazione, e mi si aggrappa addosso come una cozza appena la vede. Gatto selvaggio si arrampica sul letto a castello senza la scala e si dondola a testa in giù. La BB si trucca occhi e bocca che quando il Bighi la vede fa un mezzo infarto proiettandola in una paventatissima anche se non imminente adolescenza.
Siamo arrivati.

Nessun commento:

Posta un commento