domenica 26 febbraio 2012

Divinità, idraulici e donne viziate (Così imparo parte II)

L'efficienza dei cinesi in fatto di riparazioni lascia sempre un po' stupiti.
La famosa battuta di Woody Allen Non solo Dio non esiste, ma provate a chiamare un idraulico la domenica pomeriggio (più o meno) qui non fa ridere per niente.
Qualsiasi problema tu abbia, nel giro di mezz'ora arriva l'omino della manteinance.
In effetti, qualsiasi problema tu abbia, arriva sempre lo stesso omino.
I casi sono due: o questo omino è veramente in gamba e sa riparare tutto, che sia un tubo rotto o l'impianto elettrico, l'aria condizionata o la tv, oppure mandano lui a vedere qual è il problema e poi casomai arriva un esperto. Finora non ho visto esperti. Comunque.
L'omino, ad ogni buon conto, si presenta con lo sturalavandino, un martello, una fornitura più o meno ampia di lampadine, un cacciavite e una pinza. Spesso dopo aver visto il guasto sparisce per qualche mezz'ora e poi torna con gli attrezzi giusti.
Il più delle volte riesce anche a risolvere il problema, almeno apparentemente (ma spesso l'apparenza conta più che la sostanza), almeno finora.

Ok, l'acqua calda non funziona. Non è che non ci sia acqua calda, è che quella che c'è non arriva, è un filo che stenta, e quando hai tre minuti e venticinque secondi (contati) per fare la doccia, non so voi, ma a me il filino non aiuta a mantenere il buon umore.
L'omino arriva con le sue pinze e le lampadine, apre l'acqua, controlla, sale al piano di sopra, apre, controlla, scende in lavanderia, guarda la pompa, decide che bisogna cambiare la pompa e se ne va.
Siccome il giorno dopo non è ancora tornato, chiamo per sapere se è andato a fabbricarla, la pompa, o se bisogna solo comprarla, e in questo caso se non esistono negozi più vicini di Pechino.
In seguito alle mie rimostranze si presenta un altro omino, apre l'acqua, controlla, sale al piano di sopra, apre l'acqua, controlla, scende in lavanderia, controlla la pompa, decide che la pompa può essere riparata e se ne va.
Il giorno dopo chiedo lumi alla ayi, che magari ho capito male, ma anche lei scuote la testa e allarga le braccia, segno inequivocabile internazionale di incurante ignoranza.
Il Bighi, che in occasioni come questa sente riaffiorare l'istinto primordiale (lo stesso istinto comune a tutto il genere maschile e che spinge gli uomini a credere che fare il barbeque, dipingere la staccionata, tagliare l'erba e capire perché non funziona internet siano cosa da maschi), il Bighi dicevo, preoccupato di lasciare la famiglia senza acqua calda per la settimana in cui lui sarà assente, e in ispecie preoccupato per la piega che può prendere l'umore della Wonder in assenza di acqua calda alle sei e quaranta del lunedì mattina sapendolo perdippiù in Italia a fare il pieno di pecorino e prosciutto crudo, prende in mano la situazione e va a chiamare l'idraulico direttamente al management.
Questa volta arrivano in due. Aprono l'acqua, salgono aprono controllano scendono in lavanderia guardano la pompa e però stavolta anziché alzare i tacchi si mettono al lavoro.
Vabbè, inutile sindacare sull'incapacità (involontarietà) degli operai a riconoscere l'autorità femminile, ché anche quella fa parte delle prerogative di genere.
Dopo cinque ore di lavoro, i due dichiarano che tutto funziona, fanno le prove, salgono scendono eccetera e se ne vanno.

Adesso l'acqua viene. Viene bollente. Da quasi tutti i rubinetti. Viene marrone, giallognola o al più torbida, ma non facciamo le schizzinose. Hai voluto l'acqua calda? Adesso lavati.

3 commenti:

  1. Si si, lavati, quando tornerai in Italia sarai gialla come un Cinese. Almeno ti sarai ambientata..... AmicaBarbara

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  2. e si può mescolare con quella fredda ?...

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    1. sì, si può mescolare, però allora diventa gialla anche quella fredda

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