venerdì 10 febbraio 2012

Yin, Yang e la tortura cinese tradizionale

Secondo la medicina tradizionale cinese, il corpo deve essere in armonia con la mente. La malattia è uno stato di disequilibrio del corpo e della mente, e la terapia deve cercare di ristabilire l'armonia altrimenti è un casino: yin e yang, pieno e vuoto, i due pesci che si creano reciprocamente, si controllano e si fondono l'uno nell'altro, che devono stare insieme e completarsi, cominciano ad allontanarsi e se non tornano più insieme finisce che muori.
Beh, non è che sempre arrivi a quello stadio lì, però ci sono certi giorni in cui non ti senti proprio bene bene. Diciamo che magari yin e yang hanno solo un po' litigato, magari non si parlano per qualche giorno, ma probabile che poi fanno pace.
Tre mesi fa, Rebecca aveva mal di schiena, e invece di prendere un antidolorifico come avrei fatto io, ha seguito le istruzioni del medico tradizionale cinese che dichiarava che la percentuale di acqua fredda nel suo corpo era troppo alta, perciò doveva scaldarla, e allo scopo le ha procurato ripetutamente nella zona lombare una estesa ustione di secondo grado che la Rebecca riteneva una dolorosa ma necessaria conseguenza della terapia.
Naturalmente non ho riferito alla Rebecca i commenti della Cosci sul suo stato mentale (della Rebecca), nonostante per una volta fossi d'accordo con lei (la Cosci), anche perché le cinesi son suscettibili, non è che puoi dire che son delle pazze e poi pretendere di restare amiche.

A proposito di amiche. Doris, amica cinese saggia e pratica e tenace, ha notato con disappunto che ho il raffreddore, e anche la tosse.
- Hai provato con i massaggi? Mi chiede guardandomi da sotto in su attraverso i suoi occhialetti rossi.
- No, di massaggi ne ho fatti ma così, giusto per piacere.
- Se vuoi più tardi vengo a casa tua, così proviamo.
È una sorpresa, la Doris. Sa pure fare i massaggi. Fico.

Seduta sulla sedia della cucina, i capelli raccolti, non era proprio la posizione che immaginavo per un bel massaggio.
- Farà un po' male, dice.
- Assì? È necessario?
- Certo, se non fa male vuol dire che stai bene. Perciò ti chiederò se fa male o no, e poi se fa troppo male me lo devi dire che smetto per un po'.
- …
- …
- Aaahhhhh!
- Ok, se ti fa male qui hai il raffreddore.
- Ma va? Non è che ti sta fregando, Wonder? No, dico, perché già lo sapevi che hai il raffreddore. Tutti geni, a far le diagnosi così.
- Eh, Cosci, c'hai ragione, ma che devo fare? Mica posso smontarla così, sai come son le cinesi... Ma quanto male fa, porco cane...
- Hai mal di gola?
- No
- E qui ti fa male?
- No, direi di no.
- Allora la gola è a posto.
- Aridaje, ti dico che è tutta scena.
- Ho capito, ho capito! ma lei ci crede, no? Già che siamo qui... Non vedi com'è convinta? Lasciamola fare, per un po'.
- Aaaahhhhhh!
- Male eh? Hai la tosse.
- Ok, Cosci, zitta, non dire niente, già lo so.
- Ecco, questo lo devi fare anche tu da sola, puoi fare così, tutti i giorni quante volte vuoi, per dieci minuti. Devi premere in questo modo questo punto qua che è il punto dell'agopuntura, sai cos'è l'agopuntura?
- Eh, certo che lo sai cos'è, l'hai anche provata, ti ricordi, hai speso un sacco di soldi e non è servita a niente. Non dirglielo, dai.
(la Cosci sta imparando)
- Cioè dovrei torturarmi da sola, in sostanza.
- Poi devi bere acqua, non bollente, ma calda, cioè da calda a molto calda.
- Posso metterci due foglie di tè, nell'acqua? Che so, un infuso, una tisana...?
- No no, solo acqua, da calda a molto calda, non bollente.

Io mi sa che 'sti due pesci li lascio cuocere nel loro brodo, che stiano pure incazzati per un po'. Che poi, come fa il proverbio? Tra moglie e marito non metterci il dito, che finisce che ci vai di mezzo tu, e quei punti là fanno ancora un po' male, a toccarli.

2 commenti:

  1. Mi sa che il mio corpo sta tutto in guerra: il cuore s'è picchiato con un'arteria, la tiroide ha fatto a pugni con il resto del collo, gli occhi sono appannati entrambi, ma devo dire che poi in fondo in fondo io sto sempre sereno.....sarà che io non faccio parte del corpo?

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    1. eh, audace interpretazione. Forse sei bravo a guardarti da fuori, dall'alto, o da dietro, magari

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