lunedì 19 marzo 2012

Newton, Guccini e intimismo figurativo

Qualcuno dice che l'unico momento in cui la famiglia si riunisce è per mangiare.
Tzè, principianti.
Da circa sei anni, cioè da quando, avendo obbedito al precetto divino che sollecitava ad andare e moltiplicarsi, io e il mio augusto coniuge abbiamo speso alcuni anni ad andare e infine abbiamo proliferato, mi sono rassegnata all'impossibilità di avere (anche rari, anche brevi) momenti di personale intimità.
Non parlo di quando accendo il pc e mi accingo a scrivere, perché quel momento coincide esattamente con il desiderio compulsivo della BB di fare live mathletics (queste gare di matematica che coinvolgono il globo terracqueo) e subito dopo il Gatto vuole giocare a fashion week e vestire cinque pupe di abiti succinti e accessori improbabili, naturalmente sul mio computer.
Non parlo neanche di quando ho l'avventatezza di aprire un libro, le gambe distese, finalmente, perché quello è il momento esatto in cui la Gabbianella vuole condividere con me per l'ennesima volta il princess book, volume di sette chili di peso con le storie di tutte le principesse del mondo Disney che le ho regalato per il suo compleanno (che idea balzana).
Parlo di altri momenti.
Uno pensa, per esempio, che la doccia della domenica, quella che può durare un po' più dei canonici tre minuti e venticinque e che, oltre che a togliere le incrostazioni (come diceva quel mio compagno delle medie dalla brillante intelligenza ma dalle dubbie abitudini di pulizia), potrebbe costituire anche un momento di relax, con la maschera idratante e le creme et cetera, viene regolarmente funestata.
- Mamma, mi disegni un albero di natale?
- Amore, sono sotto la doccia, mi sto facendo lo sciampo, sono materialmente impossibilitata.
- Mamma, posso usare questa matita per fare la sebra?
- Fammi vedere? Da vicino che son cecata. No amore, quella serve per gli occhi, non a fare disegni. E non toccare i miei trucchi, please.
- Mamma, mio ciuciuciu ooe èè nononn ea cacanca ea nononn ea ia oo ee ciuciuciu (mamma, sapresti indicarmi dove ho lasciato il mio ciuccio, non lo trovo più, e ho già chiesto anche alle mie sorelle ma loro non mi danno ascolto)?
- Non saprei, amore, perché non chiedi a papà?
- Mamma, dove la metto tutta questa crema che è uscita dal tubetto?
- Quale tubetto? E vuoi dirmi che è uscita da sola dal tubetto?
- Mamma guarda come salto bene dal davanzale al tuo letto! Gatto, ci teniamo per mano e ci tuffiamo?
E non posso, come qualcuno potrebbe ingenuamente pensare, chiudere a chiave la porta, perché questa verrebbe abbattuta a spallate.
Anche altre funzioni corporali diventano un pretesto per un momento conviviale. A turno, a chi tocca, uno seduto sul gabinetto e gli altri intorno, perché se è vero che alcuni fanno solitarie interminabili sedute e riescono a leggere per intero anche il Devoto-Oli, è vero anche che il momento giusto per le confessioni segrete è questo e il bagno rimane comunque il luogo più adatto per il brainstorming, e vi si fanno le pensate migliori.  
Si pianificano le attività pomeridiane (che tendenzialmente vorrebbero escludere i cartoni dalla doinglist), si vagliano proposte e si fanno progetti a medio-lungo termine, che iniziano con Vedremo, Se fate le brave, Se non litigate e altre locuzioni analoghe. Si inganna l'attesa nominando il maggior numero di animali a due, a quattro e a otto zampe o in alternativa i parenti di cui ancora si ricorda il nome e la data di nascita, si trovano le risposte a domande di filosofia esistenziale (del tipo Perché sempre io?) e soluzione ai problemi di natura concreta.
(Sono sicura che anche Newton fosse lì quando è stato folgorato dalla sua famosa intuizione. Altro che sotto un albero, con la mela in testa. Era lì, concentrato, poi ha sentito ploc, e ha tratto alcune celebri conclusioni).

Nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento, cantava quel famoso cantautore là. A France', se non ce l'hai tu, il momento, figurati io.

8 commenti:

  1. sono appena uscita dal bagno... e mai il tuo post fu più azzeccato!!!! mitica come sempre! da sottolineare che gli augusti coniugi invece, i loro beati momenti di relax e pianficazione (sic!) ce li hanno eccome!
    l'AleS

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  2. Mi è capitato recentemente di parlare con le mie amiche proprio di questo argomento! Sembra impossibile, ma appena entri in quella stanza lì, subitissimo a qualcuno vien in mente di seguirti! E se c'è il Giò a casa, parte secco un urlo:"Ma non sei capace di tenerle un attimo?". AmicaBarbara

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  3. Ho quattro figli (tutti avuti dalla stessa madre, con la quale convivo, sposato, da ventitre anni: bene precisare, di questi tempi).

    Evidentemente i nostri figli devono essere piovuti da Marte, perché noi questi problemi non li abbiamo mai avuti. Eppure li abbiamo cresciuti senza fare economia di tenerezza e intimità con loro: potrebbe essere che dipenda dal fatto che siamo stati piuttosto fermi nello stabilire spazi e tempi e luoghi? dal fatto che prima di essere genitori (cosa pure importantissima, al centro della nostra vita) ci siamo sempre considerati, in primissimo luogo, marito e moglie?

    Non pretendo di insegnare niente a nessuno: però ecco, diciamo che gli spazi di intimità, tra me e mia moglie, non sono mai mancati.

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  4. Quanto mi piace questo post, soprattutto la parte relativa al luogo ideale del brainstorming!

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  5. Com'e' diverso il punto di vista di una mamma da quello di un papa'!!

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  6. Questa nuova ricostruzione della celebre pensata di Newton apre sicuramente ben più ampi orizzonti...
    ;-))))))) (ma dove le vai a trovare?!?)

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