domenica 7 ottobre 2012

Pechino, Pechino... quante volte ti ho visto su una cartina e ti ho sottovalutato!*

*Cit. 
Chi indovina la citazione (parzialmente modificata) vince un soggiorno di tre giorni nel soggiorno di casa Wonder. Chi indovina dove è stata modificata potrà usare anche il bagno.


Ci sono vari modi per andare da Shanghai a Pechino. Se hai tanto tempo puoi scegliere il dorso di vacca, ti attacchi alle corna e viaggi tranquillo, strade senza traffico. In alternativa ci sono i carretti, ma non sono sicura che siano altrettanto comodi.
Noi, vale a dire BighiFamily con WonderParents al seguito, abbiamo scelto il treno veloce. Gaotie numero 12 delle otto in punto, partenza dal binario 1, da zero a trecentotrè chilometri in sette minuti e dieci, che non sarà l'accelerazione della Ferrari ma almeno ci stiamo tutti. Ché muoversi in sette è mica come dirlo, eh. Bisogna provarlo. Comunque.
In meno di cinque ore arrivi a Beijing.

Che città bislacca.

Tipo che appena arrivi in stazione prendi un taxi che ti porta a FanGuLu, che non è colpa di nessuno se si chiama così ma non è carino, come approccio.
Tipo che poi i taxi si rifiutano di prenderti su, che a far troppi chilometri si perde un sacco di tempo, e anche il traffico stressa, eh.
Tipo che quando ti prendono si ferma il motore e ti tocca scendere.
Che quando gli dici dove devi andare loro ti portano nei pressi, e poi ti dicono Vai per di là, ci vogliono solo cinque minuti.
Che li vedi fermi per strada e sono in pausa.
Che poi mentre sei lì, con metà della truppa (due bambine più la WonderMum), che scongiuri il tassista impassibile di portarti all'hotel, gli fai vedere pure i soldi, cerchi di impietosirlo mostrandogli le bambine piangenti (all'uopo dai qualche scappellotto a caso), e niente, quello non si smuove, e stai quasi per farti prendere dallo sconforto perché anche la gentile famiglia che s'è fermata per aiutarti è tanto carina, ma è coreana e non parla una mazza di cinese, peggio di me, e la cosa non aiuta, mentre sei lì che stai facendo lavorare i due neuroni nel tentativo di trovare una soluzione all'improvviso arriva una signora vestita di blu, che fa parte probabilmente dell'Esercito della Salvezza perché ti accompagna al bus numero 632, e sale con te così ti mostra dov'è che devi scendere, a XiShiBeiLu, che da sola non ci saresti mai arrivata che era quella fermata là, e poi ti mostra dov'è la metropolitana, e per essere sicura entra con te nel treno e ti mostra dove devi cambiare, e tu non sai come dirglielo che adesso sai fare da sola, e fai un pensiero cattivo circa la possibilità che ti si attacchi dietro e ti tocchi mantenerla per tutta la vacanza, e invece poi saluta e sorride e non vuole neanche la mancia, e mentre si allontana ti sembra di vederle sulla schiena delle piume bianche.

Ma poi, dico, quanti sono 'sti cinesi?

Che siamo andati a vedere la zona degli hutong, quei vicoli stretti e poveri dove la gente si inventa ogni giorno come sopravvivere, e c'era pieno di gente, nei vicoli, in riva al lago, sopra i ponti, sotto i ponti, nelle barche, nei locali, sulla strada.
E la città proibita, imponente, maestosa, che ti riempie gli occhi di padiglioni, pagode, statue, bronzi, ponti e scalinate, portali e giardini e tempietti, brulicante di cinesi come un enorme formicaio impazzito.
E la grande muraglia, bella, bellissima la grande muraglia, quel pezzo là a MuTianYu che per arrivarci attraversi la campagna piatta di laghi e piantagioni di pannocchie e poi arrivi in montagna, perché io mica lo sapevo ma la grande muraglia sta in cima alle montagne, seimilaseicento chilometri su e giù a seguire il profilo ondulato come un serpente imbalsamato. Un sacco di gradini, per inciso. Venticinque cinesi su ogni gradino.
E il palazzo d'estate di quella psicolabile dell'imperatrice Cixi, con il lago immenso e i templi e gli alberi secolari e le strade così strette che ci mettono il senso unico, e i tetti decorati e il corridoio dipinto e il ponte a diciassette archi e le ninfee. Neanche una panchina libera.

E comunque, pensandoci, buona l'anatra alla pechinese, con quella pelle dolce laccata e croccante, bello il giro in barca, e il parco Jingshan con quella collina da cui si domina la città. Bella, tragica la piazza Tiananmen, illuminata come se fosse natale, isolata e transennata e immobile e triste anche se è sabato sera e la gente intorno corre e ride e compra bastoncini di frutta caramellata.
Però, ecco, pensandoci, la mia Shanghai mi piace molto di più.

21 commenti:

  1. Ci provo...
    Very good Very bad Elio e Le Storie Tese
    India, India, quante volte ti ho vista sulla cartina e ti ho sottovalutata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. brava viola, hai vinto!
      quando arrivi? :)

      Elimina
    2. Mi organizzo ^^ Così poi vado anche da quel parrucchiere là...quello che dice "Facile".

      Elimina
  2. Risposte
    1. hai vinto anche tu, Silvia!
      a distanza di un minuto, che vabbè, vista la distanza è come dire niente.
      ci state tutte e due, se volete...

      Elimina
  3. un'odissea mia cara o.o bon l'importante è che non sia stata proprio una pessima giornata! assaggerei l'anatra...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. buonissima, l'anatra. la tagliano a fettine, poi la metti in una specie di crepe con i cetrioli e lo zenzero e la salsina di soia e la mangi in un boccone. slurp.

      Elimina
  4. hihi che ricordi!! (appena sn arrivata a mutuanyu e ho visto i mille scalini che mi aspettavano, sornioni loro, quasi mi piglia un infarto!!!)... hai visto poi per scendere che c'é uno super scivolo? ...cosa da cina! love it!!! beso

    RispondiElimina
  5. io non oso la citazione ma volevo solo dirti che adoro leggerti

    RispondiElimina
  6. Io adoro Pechino... Per certi versi meglio di Shanghai, per il mio gusto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me ha dato l'impressione di una certa arretratezza culturale, ma l'ho vista per quattro giorni, non posso giudicare.
      sarà che ormai mi sono un po' affezionata...

      Elimina
  7. Io adoro Milano e le sue piccolezze, laggiù nella lontana diversità non ci verro mai. Lo so che mai dire mai, ma il mio mai è sicuro. Vi ammiro, voi girandoloni, per il coraggio di immergervi in mondi sconosciuti. Io guardo i documentari dal noto salotto di casa mia. brrrrr!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il viaggio della fantasia spesso dà più soddisfazione di quello vero! l'importante è non smettere mai di sognarli, quei mondi lontani e sconosciuti ;)

      Elimina
  8. La citazione non la indovino, ma spero vivamente che tu abbia fatto all'incirca 7 milioni di foto che voglio vederle tutte e ascoltare i tuoi racconti mentre me le fai ammirare! Bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. potrei annoiarti per delle ore, eh.
      ocio che le metto su fb

      Elimina
    2. Non vedo l'ora, soprattutto di essere annoiata!

      Elimina
  9. Citazione di Elio (India India) (mi inviti a nozze, così).
    Mi piacerebbe vedere Pechino. Per un motivo triste, purtroppo: qualche anno fa, in un parco, è stata uccisa una nostra cara amica. Lei amava quella città. Se ci fossimo andati sarebbe stata la nostra guida. :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bravo gae, hai indovinato pure tu.
      un po' in ritardo, però.
      Ma, perdona la mia curiosità per la tua triste storia, ma la tua amica è stata uccisa in un parco di pechino? perché sarebbe la prima volta che sento di una violenza così brutale, qui.

      Elimina