venerdì 10 agosto 2012

Countdown

Abbiamo cominciato il conto alla rovescia.
Mancano esattamente otto giorni alla partenza, otto giorni di caldo cittadino, di parenti da vedere che con tutto il tempo che c'è alla fine ci si riduce all'ultimo giorno, di valige da fare e cibi da comprare per portarsi in Cina un po' di Italia da riassaporare almeno in un pezzo di prosciutto e un po' di parmigiano.
Devo preparare una tabella di marcia, altrimenti mi riduco a fare quello che mi piace di più, cioè comprare libri e bere aperitivi, e vivere di nuovo alla giornata, senza programmi, senza obiettivi, con l'idea che il tempo a disposizione sia lunghissimo e invece è breve, e passa subito.
E mi sento un po' come quei cavalli che dopo una lunga gita si accorgono di essere vicini alle scuderie, e anche se sono stanchi di una giornata di sole e fatica, anche se stanno bene per le campagne e per i boschi, si mettono a correre all'improvviso, al galoppo, e non si fermano più finché non sono arrivati.

E mi viene in mente quella volta che cavalcavamo sul sentiero giù da Monteverde, dalla riserva di Santa Elena, nel Bosque Nuboso, ormai vicini a La Fortuna, attraverso i torrenti e i prati, ed era bellissimo e il panorama stupendo e il cavallo ci portava attraverso strade strette che quasi non ci si passava, e ogni tanto dovevamo abbassare la testa sotto qualche ramo e ci fermavamo a guardare le farfalle blu, e improvvisamente il tuo cavallo ha cominciato a correre, e tu sei bravo a cavalcare ma io un po' meno, e anche il mio cavallo ha iniziato a correre, al galoppo, dietro al tuo, e io avevo il cuore in gola e l'adrenalina nelle vene, e pensavo che non sarei riuscita a fermarlo più, quel cavallo al galoppo, che non avrei resistito a lungo, e quando il vento mi ha strappato il cappello non mi sono voltata e non l'ho visto cadere, e ho pensato Peccato, per il cappello, ma non avevo il coraggio di muovermi, temevo che avrei perso il controllo del cavallo, che poi non ce l'avevo mica, il controllo del cavallo, faceva tutto da solo, io concentrata solo a non cadere dalla sella, cercando di copiare quello che facevi tu, davanti a me, ma con la tremarella nelle gambe, e una strana sensazione di paura e libertà. E quando alla fine s'è fermato, il cavallo, da solo, io sono rimasta ferma lì, che mi sentivo il cuore nel petto, e ho pensato che era una delle cose più belle che avessi mai fatto. E poi la guida Roger mi ha riportato il cappello, e ha detto Bravi, ci abbiamo messo pochissimo, a tornare.

E così, anche se sto bene qui, anche se mi dispiace lasciare gli amici, i nonni, le sorelle, anche se mi mancheranno il cielo blu e le piazze e le camminate in centro e i profumi e la mozzarella la pizza il gelato, l'ugo e lo spritz e la compagnia delle amiche, degli amici, ho voglia di tornare, ho voglia di riabbracciarti, amore mio, di stare di nuovo tutti insieme, di correre a casa.

15 commenti:

  1. Wonder, prendi la rincorsa! Bellissimo il finale!

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  2. Goditi questi ultimi giorni italiani, e poi via, al galoppo (che ricordi, quando andavo a cavallo. Che sensazione meravigliosa)!

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    1. una delle più belle emozioni, andare al galoppo.
      non l'ho più rifatto. dovrò rimediare

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  3. io sarei morta di infarto sopra quel cavallo :D
    (e mio padre lavora con i cavalli!!!)

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  4. non sa cosa si perde CHI non legge post come questo... capisci ammè!;-)
    L'AleS

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    1. ti svelo un segreto: finché siamo lontani, CHI mi legge... :)

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  5. son certa che continuerà anche quando non sarai lontana!... non si può resistere alla malìa della tua scrittura, e non solo! ma questo credo già lo sappia, sennò non sarebbe CHI sarebbe (eh?).
    bacio
    l'Ales

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