lunedì 20 agosto 2012

I mille volti della Wonder, ovvero Della fatica di un viaggio

Siamo arrivate.
Il viaggio, diciannove interminabili ore punteggiate da qualche trascurabile imprevisto, non ha per nulla minato la forza d'animo della Wonder, e anzi l'ha convinta che chi fa da sé fa per quattro (Wonder Wonderwoman).

Nel tragitto verso Venezia lo scontento della Gabbianella, che già dopo dieci minuti di viaggio voleva tornare a casa sua, si è manifestato con una colossale vomitata nella macchina aziendale nuova, come al solito a pochi metri dall'arrivo. L'autista ha finto che la cosa non rilevasse, per quanto credo invece che sia rimasto piuttosto impressionato. E chi non lo sarebbe stato, dato che il pranzo lasciato sulla maglietta, sul mio vestito e in ultima istanza sul sedile di detta automobile nuova era di colore verde (colpa degli gnocchetti di spinaci), e il getto analogo a quella della pulzella dell'Esorcista. La Wonder ha mantenuto la calma, ha ripulito la Gabbianella, l'ha lavata con l'acqua della bottiglia, l'ha cambiata prelevando un vestito a caso da una delle valigie e il gruppo vacanze ha ripreso il viaggio. Nei bagni dell'aeroporto la Wonder si è ripulita, s'è cambiata d'abito (manco nelle sfilate Dior) (Wonder modeeella), ma per tutto il tempo s'è domandata da dove provenisse ancora quell'odore insistente di vomito che si sentiva addosso (Wonder dubbiosa).

Al controllo passaporti di Francoforte la Wonder ha potuto sperimentare la squisita premura del doganiere, che le ha chiesto se viaggiava da sola.
- Sì, con le bambine - è stata la risposta.
- E suo marito, dov'è?
- Oh, grazie per l'interessamento, si trova a Shanghai, in Cina, dove siamo dirette per il sospirato ricongiungimento dopo quarantacinque giorni di lontananza.
- Quindi suo marito non viaggia con lei.
- No no, in effetti sono da sola (son brava eh? Lo so...) (Wonder orgogliosa)
- E, di grazia, potrebbe dimostrare che queste sono le sue figlie?
- In che senso, scusi? (Wonder perplessa)
- Nel senso che portano un cognome diverso dal suo. Ce l'ha l'attestato di nascita?
- Ma le pare che vado in giro con l'attestato di nascita. C'hanno il loro passaporto...
- Ma non sono iscritte nel suo, di passaporto. Dovrebbero essere iscritte, oppure dovrebbe avere l'attestato di nascita.
- Mmmh, capisco. Non sono iscritte, e non ho l'attestato. Non mi è mai capitato questo problema. In verità non ho mai viaggiato oltrefrontiera da sola con tre bambine. Cosa si fa, in questi casi? (Wonder preoccupata)
- Il fatto è, Signora, che loro non possono dire che sono figlie sue, sono troppo piccole.
- Su questo potrei dissentire. Se lei passasse anche solo due ore con noi saprebbe che mi chiamano mamma almeno trenta volte a testa, e si convincerebbe della veridicità della mia mammitudine. Comunque.
- Vabbè, per questa volta vada. Se lo ricordi, la prossima volta. (Wonder riconoscente)

Siccome so già che ci sarà, comincio da subito a maledire la prossima volta.
Specie se dovrò chiedere ancora di scambiare il posto sul volo più lungo per stare vicina alle tre furie (Wonder demoralizzata). O forse, a ben pensarci, potrei lasciare uno sconosciuto con le tre, e io dormire in pace un po' più in là (Wonder illuminata), ché stare dodici ore seduta su una chiappa sola con la testa appoggiata su un orso di peluches non è il massimo della comodità (Wonder intorpidita). Salto pure la cena, va', che a me i pranzi dell'aereo mi fan vomitare.
Alla mattina chiedo solo pane e marmellata e succo d'arancia, ma proprio mentre abbiamo pronti i nostri panettini una turbolenza turba la colazione. Accompagno la BB in bagno, resto lì con lei per un po', poi faccio la spola a vedere come stanno le altre due, e a pensarci non mi sento molto bene neppure io. Salto pure la colazione. (Wonder indisposta)
All'atterraggio il Gatto urla che ha male di orecchie, la BB vomita, almeno in parte nel sacchetto apposito (Wonder lungimirante), la Gabbianella non ne vuole sapere di mettersi seduta e nel trambusto perde il ciuccio, così da farmi temere un altro dramma (Wonder ansiosa).

Invece no. È finito così. (Wonder sollevata). Con un caldo che, prima ancora che nel corpo, si fa sentire nel naso, con quell'odore di umidità appiccicosa. Con l'eccitazione che ci fa correre. E con un uomo che spunta tra la folla, ci abbraccia e ci tiene strette lì, in mezzo alla corsia, finché non siamo noi a dire Andiamo?

25 commenti:

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    1. Maddài, ancora?
      e io che pensavo di far ridere, stavolta

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  2. eeeeeeeeh questo finale mi ha quasi commosso :) un bacio!!!

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    1. Uack! ma sei anche tu di lacrima facile, come l'AmicaBarbara? ;)
      Un bacio anche a te, caro Pierfetto! :*

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  3. Che forte. Anhce i miei amici che partivano per Shangai - per andare a viverci - erano terrorizzati dalle 14 ore di volo con i due figli, fra cui un letale quattrenne. poi però (sembra) lo hanno drogato e tutto è andato bene.

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    1. Drogato? che ideona. vedi che io non c'ho pensato...

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  4. un viaggio facile facile ;-) però al solito riesci a farmi sorridere wonderironicaassai

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  5. Wonder alla quarta, sei fenomenale. E sta cosa dei figli sul passaporto e/o con attestato di nascita me la chiedo da mesi. Pazzesco. Tutto questo perche' noi italiane non prendiamo il cognome del marito? Non saprei.

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    1. o forse perché i figli non prendono il cognome della mamma. per gli spagnoli dev'essere più facile...

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  6. Questa storia dei passaporti l'avevo già sentita da amici italiani che vivono da queste parti :-/
    Mi sembrava molto più semplice il sistema precedente: fino a una certa età bambini riportati sul passaporto della mamma e via.
    Comunque complimenti per il viaggio, con 3 non deve essere per nulla semplice.

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    1. La prossima volta le mando sole, così son tutti affari delle hostess, haha.
      oppure faccio come dice Cinas, le narcotizzo.

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  7. Grande Wonder, il viaggio Venezia-Shanghai era eterno per me che viaggiavo con la mia dolce metá, tu sei una Santa!! E comunque tante risate, spettacolo!

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  8. mi hai fatto troppo ridere!
    ...tranne per il finale:è dolcissimo
    *_*
    emme

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  9. Che ridere, che ridere il vomito (quando capita anche agli altri) che ridere.... no dai, il finale è struggente... Mi ricorda i grandi neorealisti: Monicelli, Risi e anche un po' Virzì. ;)

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    1. maddài? ho un futuro!
      ...ma i neorealisti non erano quelli che facevano film triiiiisti...?

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    2. No, di solito facevano ridere e poi c'era il finale un po' agrodolce. Qui c'è l'happy-end, però se stammo lì a guradà er capello! ;)

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    3. Ecco, però, Monicelli era anche un po' neorealista e faceva ridere. Visconti e altri erano più tristi... allora diciamo che mi ricordi la grande commedia all'italiana. Ecco. ;)

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    4. Monicelli, Risi, la grande commedia all'italiana... son senza parole.
      Adesso mi gaso a mille, che per farmi volare basso ti tocca darmi una schioppettata

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  10. Mitica e a me che metteva pensiero viaggiare fino in Salento partendo dall'Umbria con mio fglio di 15 mesi. Sei una forza della natura1
    A presto
    Raffaella

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    1. cara raffaella, ogni viaggio ha le sue preoccupazioni... ma quando ci sei in mezzo emerge la parte più forte di te!

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  11. La wonder non si fa in quattro, ma in ventiquattro!
    (sono tutte le wonder del post)
    Sui documenti tocca bacchettarti però, anche io che ho un nano solo so che deve viaggiare con il certificato di nascita con scritti i nomi dei genitori. Il mio comune, quando gli ho fatto la carta d'identità, mi ha fatto anche l'altro documento in automatico.

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    1. veramente è la prima volta che succede anche tra le amiche expat che spesso viaggiano sole con i figli, ma in effetti dovrebbe essere la norma.
      però anche all'emissione del biglietto l'agenzia dovrebbe ricordarlo, no? son loro, gli esperti...

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