mercoledì 22 agosto 2012

One, two, free

La Gabbianella ha un po' di febbre.
Sarà per quello, sarà che stanotte il temporale lo sentivi vicinissimo, con il rumore della pioggia sui vetri, sarà che anche lei percepisce la tensione nell'aria, fatto sta che stamattina alle cinque ce la ritroviamo nel letto.
Io non le voglio, le figlie nel letto. È l'ultimo baluardo della coppia, l'unico spazio che ci è rimasto, almeno psicologicamente.
Però ha la febbre, poverina, vorrai mica mandarla via?
Si trasferisce pure il Gatto, dopo un po'. Però è il primo giorno di scuola, è un po' tesa. Già ieri sera ha fatto le sue, per addormentarsi. Poverina, vorrai mica mandarla via?
Sarà, ma stamattina ho un bel mal di schiena. Niente a che vedere con la tensione dell'anno scorso, ché ormai siamo rodati, dai. Che vuoi che sia il primo giorno di scuola? È solo l'inizio delle elementari, per il Gattino che c'ha appena cinque anni, ma in fondo non è niente di che, ci siam passati un po' tutti, no?

L'autista del BusEnorme quest'anno è cambiato, e sembra che sappia guidarlo, il bus. Non si avventura in vicoli da cui non riesce più a uscire, e pare che riesca anche a ingranare la retromarcia, se serve.
Anche l'ayi del BusEnorme è cambiata. Questa ha una camicetta rossa con i volant e le scarpe col tacco, e si mette la divisa viola delle ayi del bus solo quando scende dal Bus.

A scuola è un gran casino.
Mucchi di genitori con le cartelle a spalle, papà con la macchina fotografica, addette che controllano cartellini, maestre sorridenti, bambini felici, bambini tristi, bambini in lacrime, solitari, a coppie, a gruppi.
Io, il Gatto sempre per mano, accompagno la BB alla sua classe, year two A, al quarto piano, pavimento giallo. Lei appende lo zaino al gancio, sembra non importarle di ritrovare ben quattro dei suoi vecchi compagni di classe, mi guarda con aria sconsolata e mi abbraccia prima di sparire dietro la porta.
La sua maestra inglese si chiama Miss Maddocks, ha la pelle bianca come il latte e i capelli neri raccolti in una treccia, e sorride quando la vede.
La maestra cinese è uguale a quella inglese, solo con i capelli corti. Si chiama Miss Gu, e speriamo che almeno di indole sia diversa da quella Gu dei giornali.

Il Gatto e io scendiamo di un piano. Pavimento viola, year one D. Bandierine fuori dalla porta, un protiro modello circo Orfei, mamme dentro e fuori. Il Gatto non dice una parola. Visto com'era andata l'anno scorso, non è che mi aspettassi grandi performance di loquacità, comunque.
La maestra inglese, Miss Tindal, somiglia al bianconiglio, a parte la treccia bionda. Le manca l'orologio grosso come un cocomero.
Sembra poi che Miss Zeng, cinese di ferro, sia la migliore. Vedi che culo. C'ha pure un nome che pare una testata sul cancello d'ingresso.
I compagni del Gatto si chiamano Oran, Charles, Ylak, Seunghun, Jayden, Cindy, Weiyun, Jax, Haewon. Nomi così.
Ci credo che poi, se le chiedo chi sono i suoi nuovi amici, non me lo sa dire.

Quando la maestra chiude la porta resto un po' lì, a guardare attraverso il vetro il faccino triste del Gatto, il suo cerchietto rosso, le gambe incrociate sulle scarpe nuove. Finché mi convinco di aver visto un sorriso, appena accennato, sotto gli occhi coperti da un ciuffo ribelle.

E io mi domando dov'è l'ansia, la commozione del primo giorno di scuola, che fine ha fatto quel magone che avevo l'anno scorso. E non so dare una risposta. Ma provo una svagata sensazione di liberazione. E, dopo, chissà perché, un leggero – leggerissimo – senso di colpa.

19 commenti:

  1. Posto che io li porto al banale asilo parrocchiale, hai tutta la solidarietà di questi due poveri genitori che, sul più bello che i piccoli si erano abituati al primo trasloco (dormendo tutta la notte nel loro letto), ne hanno fatto un altro. Per fortuna i dolori non mi erano ancora passati. Almeno non sento la differenza. ;)

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    1. è che questo materasso cinese è così duro...
      ma perché *due* traslochi? ce n'era stato uno anche prima di quest'ultimo?

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    2. Purtroppo si, dieci mesi fa :(

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  2. ma no che non hai motivo di sentirti in colpa... non sono padre, sono molto giovane, ma capisco che i figli siano una benedizione, quanto di più bello si possa avere, forse più dell'amore, ma so pure quant'è faticoso e a quante piccole (grandi) rinunce si fanno giorno dopo giorno.. e poi è giusto che i figi crescano e diventino autonomi :)

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    1. ha ragione, sono d'accordo!
      il senso di colpa, piccolo, era solo perché per la BB l'anno scorso mi sono commossa, piangendo come una fontana, e per il Gatto neanche una lacrimuccia...

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    1. sembrano grandi, le cucciole, ma invece sono piccolette!

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  4. e poi com'erano al ritorno a casa ?ma non giudicare subito dai primi giorni....

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    1. Gatto era contenta, ma ovviamente non ha detto una sillaba. Mi ha anche detto che non voleva essere accompagnata più. poi ha cambiato idea.
      la BB invece pare che abbia parlato con la maestra. Le ha detto che ha una sorella in prima D. E con Max, compagno dell'anno scorso, compagno quest'anno e vicino di casa. Quello che quando viene qui non si schioda più.

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  5. Dai Wonder, goditi il lato positivo della cosa: qualche ora di libertà. Io dovrò aspettare le fatidiche date del 13 e del 17 per la liberazione...

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    1. Oh, beh, ma sono contenta! non vedevo l'ora che cominciassero la scuola.
      è solo che quest'anno mi sembra più facile dell'anno scorso, ecco. Meglio così, meglio così...

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  6. è bello che BB abbia dei compagni dell'anno scorso,le dà sicurezza-come penso che dia sicurezza a Gatto l'avere la sorella al piano di sopra...

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    1. penso di sì! oggi le ho mandate sul busEnorme da sole. speriamo che trovino la strada della classe...

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  7. goditi questi momenti di libertà, servono per ricaricare le batterie. sei forte, ti conoscevo perchè qualcuno che conosci mi aveva parlato di te in modo entusiastico, devo dire che aveva ragione, adesso di leggo sempre. un abbraccio anche se non co conosciamp

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    1. chi è che conosco che parla bene di me? giusto per sapere a chi devo i soldi...
      Hahaha, scherzo, eh.
      però la prossima volta metti un nome (anche a caso), così so chi sei! :*

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    2. non posso indicare un nome perchè la persona che tu conosci bene mi sgamerebbe subito. sappi però che non sono della tua regione . ciao cara

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    3. ho capito. :) Così per tranquillizzarti, sappi che sul web quasi tutti scelgono un nome di fantasia, uno pseudonimo, un nikname, proprio per non farsi riconoscere. AnonimaNonVeneta va bene, per esempio, o AnonimaUmbra, AnonimaLombarda, AnonimaTrentina, AnonimaSarda... ;)

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    4. mi ha parlato di te un'amica del platano, quel platano lo conosco anch'io, anche se lontana. Per il momento mi firmo Anonima non Veneta. Ciao ciao

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  8. Anche nella mia famiglia siamo tre sorelle ed anche io ho osservato come mia madre fosse più ansiosa per la prima: nel senso che ogni evento era per lei la prima volta come genitore! Penso sia molto naturale.
    Irma

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