giovedì 12 marzo 2020

Cronache dalla Quarantena - Giorno 6

Il telefono non suona. Non sento bussare alla porta per l’orrida colazione. Mi sveglio, dopo cinque ore di sonno, da sola. Ma porc… Starò mica invecchiando? Che i vecchi, si dice, dormono poco. E’ che ieri sera mi sono intrippata a leggere questo libro, I leoni di Sicilia, e non riesco a smettere.

Non voglio svegliare TheBody, che dorme pacifica nel letto insieme a me.
Scrivo un po’, controllo i messaggi, sono già le otto e mezza. Sento un rumore fuori dalla porta, sembra che stiano passando l’aspirapolvere invece stanno disinfettando, l’astronauta spruzza i corridoi, porte e pareti e pavimenti moquettati, che sembra Libero con il ramato in quel film di Pieraccioni. 

Sveglio le appendici, preparo la colazione (si fa per dire…), poi passa la dottoressa per la temperatura. 35.5, 36.1, 35.6, 36.2. Stiamo ancora bene.
Non succede niente. A parte che mi rendo conto di essere in ritardassimo con le scadenze, dobbiamo pubblicare domani e non so ancora cosa. Questa quarantena mi confonde, non so più che giorno è, mi sembra di avere un sacco di tempo e invece il tempo passa uguale. 
Mi concentro, lavoro fino alle 13:00, non sento neanche quando bussano alla porta per il pranzo. Mangiamo, riprendo a lavorare mentre le appendici giocano a Monopoli, TheBody stila un elenco di attività casalinghe dalle quali vorrebbe guadagnare un po’ di remimbi (60 al giorno, secondo il suo personalissimo progetto).
Più tardi, quando assegno i soldi a ciascuna attività (apparecchiare, sparecchiare - che vale di più - rifare il letto, piegare la biancheria) lei sta zitta, mi guarda accigliata, segna sul quaderno. Poi dichiara: “Mamma, hai messed up tutto il mio budget”.

Per cena ci portano il solito riso con le verdure e il pollo. Siccome sono le sei e sto ancora lavorando, le confezioni restano lì impilate nei loro sacchetti, il vapore si condensa sui coperchi di plastica. Verso le otto ci portano dei sandwich, dei panini con l’insalata e la frittata. Forse si sono accorti che non mangiamo. I succhi di melagrana che ci sono nei sacchetti si rivelano essere yogurt al Goji. Sono sempre più colpita dalla simpatia (in senso etimologico) delle persone intorno. Non so chi abbia mandato questo sacchetto, e lo vorrei ringraziare, ma il corridoio è già vuoto.

E’ già tardi quando ci ritroviamo sul letto, tutte e quattro assieme, e ridiamo stringendoci, sormontandoci, annusandoci e pestandoci addosso, ed e’ il momento più bello della giornata.

La citazione del giorno: “Passa il tempo… eppure è come in treno. Passiamo noi, non il tempo, paesaggio vano che nel vetro al sol si schiara e al gelo viene meno.” (Reiner Maria Rilke)

La canzone del giorno: Metallica, Nothing else matters.

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