domenica 15 marzo 2020

Cronache dalla quarantena - Giorno 9

L’allenamento di ieri deve aver prodotto dei risultati, perché mi sveglio che sono già le 7 e 21. 
Ma anche a voi capita che scorrete le immagini di Instagram e vi fanno la pubblicità del kit di handcraft? ricamo, pittura, maglia… Mai visti tanti bricolage com durante questa quarantena. 
Stamattina ho sentito il tin dell’ascensore, saranno state le 8 e 13, e poi un rumore come di aspirapolvere. Incuriosita, apro la porta e vedo l’Astronauta Disinfettante (noi qui abbiamo l’Astronauta Fattorino che porta il cibo, l’Astronauta Netturbino che porta via la monnezza, l’Astronauta Infermiere che ti chiede la temperatura e l’Astronauta Disinfettante, appunto, che spruzza tutto il corridoio con una botticella appesa sulla schiena e lascia un rivolo bagnato che viene assorbito dalla moquette. Mi ritiro quasi subito, l’odore penetra nei polmoni e se poi tossisco sai mai che mi prelevino per accertamenti. Provo a guardare fuori dallo spioncino, ma è tutto bagnato e non si vede niente se non un’ombra offuscata e deformata dal vetro sporco.

Temperatura di stamattina: 35.9, 36.0, 36.4, 36.8. 

TheBody è accigliata. Accigliata è un eufemismo, non so se si è capito. Non c’è più pane e non trova niente che possa piacerle per la colazione. Non lo yogurt alla fragola, non quello alle bacche di goji (e vabbè, lì le do anche ragione), non le banane né i biscotti secchi su cui spalmo generose quantità di crema gianduia Pernigotti, che sta quasi per finire per inciso, non altri biscotti, non il tè Lipton etichetta gialla né il succo di arancia. Latte non ne abbiamo, che poi non avendo il frigo ci fa delle colture di muffa da far invidia al CNR. Ma non è che sia colpa della quarantena. Anzi, mi ero quasi dimenticata che è così quasi tutte le mattine. 

In breve. La prima notizia di oggi è che mi hanno recapitato il laptop dell’ufficio. La solerte collega Olga fa di tutto per mettermi nelle condizioni di lavorare bene. O forse di lavorare tout court. Non ho più scuse.

La seconda notizia è che per la prima volta abbiamo barato e consegnato i dati della temperatura della mattina come se fossero quelli del pomeriggio. Sono trasgressioni.

La terza notizia è che ho messo la portable gym, sotto forma di uno stair stepper, si chiama così quell’attrezzo dove ti metti in piedi e fai le scale da fermo, questo attrezzo, dicevo, che mi ha portato Ioana l’altro giorno insieme con un tappetino da yoga, l’ho messo davanti alla finestra, e ho guardato fuori e ho visto un airone bianco e due uccelli neri e bianchi e anche un cane che annusava per terra, e qualche macchina sul cavalcavia là in fondo, e ho pensato che c’è vita, là fuori. 
Che magari ce lo dimentichiamo, ci sentiamo come in un film di internati, che non sai niente di quello che succede fuori, e se lo sai ti sembra che non ti riguardi, come se le cose che succedono non potessero toccarti, e certe volte addirittura pensi che non succeda niente, fuori, che il mondo si fermi intorno, che la gente abbia smesso di mangiare bere camminare baciarsi lavorare, tutti immobili come nell’incantesimo della Bella Addormentata. Solo che qui a svegliarti ci pensa l’Astronauta Fattorino che ti porta l’orrida colazione.


La citazione di oggi: “Può darsi che avere in mano il simbolo della propria libertà dia una felicità superiore a quella di possedere la libertà vera” (Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia.

La canzone di oggi: David Gilmour, High hopes


La frase di oggi: Oggi ho uno Zoom Meeting con la Chinese class alle tre. Ma devo essere fashionably late.

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