lunedì 28 novembre 2011

Lunedi nero

Lunedì è giorno di spesa. Dopo le gozzoviglie del fine settimana, comprensive di cena a CasaBighi con otto adulti e sette bambine sette, il frigo piange e la dispensa fa l'eco, per non parlare delle cucciole, che lungi dal pigolare sempre più piano (come immaginava quel poeta là) quando hanno fame urlano sempre più forte.

Con l'Amica Doris automunita affronto la ressa del Gialeful di Gubei, il supermercato che vende di più al mondo (non so dove le vada a prendere 'ste statistiche, la Doris). Dopo due ore e mezza arrivo alla cassa con un carrello che neanche il servizio approvvigionamenti del Corpo degli Alpini (le statistiche dicono il vero, lo so, e prendono i dati direttamente dal mio carrello).
Ops, il bancomat non c'è. Guardo meglio, non lo trovo. Svuoto tutto, niente da fare. Mi viene caldo, molto più di quello che c'è fuori, e non è che mi posso spogliare molto dato che sono in maglietta. Fingendo nonchalance faccio un misero tentativo di utilizzare la carta italiana, ma tanto so che non funziona anche perché non mi ricordo più il pin.

L'Amica Doris, saggia e concreta, mi suggerisce di mantenere la calma e guardare bene nella borsa, e poi paga lei i quintali di latte e pomodori pelati, pasta e carta igienica che costituiscono i beni di prima necessità per la prossima settimana. Per la verità c'è anche un barattolo di Nutella, ma ormai è considerata prima necessità anche quella.

A casa la tessera non c'è. Vado alla banca di fronte, dove di solito prelevo il contante, ma non hanno trovato una carta nell'atm, che magari, pensavo, l'ho lasciata là l'ultima volta.
Vado alla filiale della Bank of China dove ho il conto, spiego la situazione, il che comporta un notevole dispendio di energia dato il mio inglese burino e il loro peggio del mio.
Dopo cinquantacinque minuti, durante i quali (oltre a verificare di avere ancora i soldi sul conto, sudare ancora un po', firmare carte e mostrare documenti) ho cercato invano di bloccare per telefono una carta di credito inesistente, perché vagli a spiegare che non ho la carta di credito, ho solo quell'altra carta, come diavolo si dice in inglese? Quella che non è di credito... il bancomat, quella carta che serve per pagare, per prelevare... Vabbè, carta di debito non mi veniva, ok? Non l'ho mai usato neanche in italiano 'sto termine, figurati se ci penso in inglese.
Dopo cinquantacinque minuti, dunque, finalmente mi dicono che posso avere un'altra carta. Uff, che calòr. Però non subito, eh, tra una settimana. Ok, aspetto, per una settimana posso ben fare con i contanti. Posso avere dei contanti? Eh, no, senza carta no. Cioè, una settimana per avere la carta e non posso avere dei soldi adesso, mica tanto, che so, trecento euro? Duecento? No no, impossibile, il conto viene congelato per sette giorni.
A proposito di congelati, ho lasciato la spesa in garage.

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