sabato 16 giugno 2012

Il sapore delle fragole

Si sono conosciuti così, che lei gli ha venduto un po' delle meravigliose fragole che aveva nel cestino, la mattina presto, mentre tornava dal lavoro.
Lui le ha chiesto di uscire, e lei ha detto di no.
Allora lui ha aspettato due giorni, ha comprato delle altre fragole, e glie l'ha chiesto di nuovo.
Lei ha detto ancora di no, ma si vedeva che non era veramente no.
Allora lui ha aspettato altri due giorni, poi le ha comprato tutte le fragole e le ha detto Oggi non devi più startene qui, vieni con me a fare colazione.
E lei finalmente ha detto sì, non solo con gli occhi, e insieme sulla panchina del parco hanno mangiato le fragole, le fragole più dolci del mondo.
Lei aveva vent'anni anni, lui ventidue.
Si sono sposati un giorno di aprile, lui vestito tutto di bianco, lei con l'abito pieno di pizzi, morbido come una meringa sul suo corpo esile, aggiustato dietro con gli spilloni, e le scarpe rosse troppo grandi, perché nel negozio di fotografia non ce l'avevano le scarpe della sua misura.
Hanno decorato la porta della stanza con i fiocchi rossi, ma la prima notte di nozze l'hanno passata in treno. Sopra c'è il paradiso, sotto ShuZhou e HangZhou, diceva il proverbio, e lui voleva che lei vedesse il paradiso.

Lei continuava a vendere fragole, e lui a consegnare il latte, durante la notte, con il suo carrettino.
Lui tornava sfinito, alla mattina presto, lei gli preparava il tè verde e il riso con le patate, qualche volta ci metteva dei pezzetti di pollo e dei peperoni. Gli dava un bacio, e andava a vendere le fragole, le ciliegie, le mele o le arance. Era brava, a scegliere la frutta buona.

Un giorno lei l'ha aspettato sveglia, era emozionata, felice, impaurita.
Lui l'ha abbracciata, pensando che avrebbe dovuto lavorare di più, per un po'.
Trovò da consegnare il cibo di un ristorante, i pranzi e le cene.
Il bambino è nato un giorno di maggio, era un maschio.
Lei l'ha affidato alla nonna, e ha ripreso a portare i suoi cesti di frutta al mercato, lui sempre a consegnare le bottiglie di latte, sperando che nessuno si lamentasse, sperando di non dover pagare per i vuoti mancanti, perché lui ci stava attento, non ne rompeva nemmeno uno, ma qualche volta non li trovava, fuori dalla porta, e non poteva aspettare, né suonare il campanello.
Il bambino era felice, bello come suo padre, dolce come sua madre. Giocava con una bottiglia vuota, con un rametto secco, con una pozzanghera.
Lei sognava una stanza tutta per loro, e lui avrebbe voluto poterle regalare una bicicletta, per non farle fare tutta quella strada a piedi.
Ma camminare le piaceva, tranne qualche volta che c'era vento, un vento così forte che sembrava poterla soffiare via, come una di quelle foglie grandi e sottili.

Non avrebbe voluto che accadesse. O forse sì, non lo sapeva nemmeno lei.
E quando, in quel giorno di ottobre, vide negli occhi di lui la sua stessa paura, allora ebbe la certezza che sarebbe stato meglio che non fosse mai successo.
Ma i giorni passavano, e in lei, insieme con il bambino, cresceva l'istinto di protezione, e il cuore le si gonfiava di gioia.
I sogni si trasformarono. Non erano più la stanza, la bicicletta, la giornata al parco a guardare i venditori di palloncini e di conigli. Erano una bambina che correva dietro al fratello, con le trecce corte, gli occhi neri come il buio, i piedini scalzi nell'erba.
Lui le promise che sarebbe andato tutto bene. Avrebbe lavorato di più, avrebbe trovato i soldi necessari. Glielo promise con tutta l'anima, e con tutta l'anima avrebbe voluto essere sincero.

Ogni giorno speravano insieme che nessuno sapesse, che nessuno parlasse. Ogni giorno che passava aumentava la speranza. Dobbiamo solo aspettare che nasca, pensava lei. Dobbiamo avere un po' di fortuna, diceva lui.

Vennero un giorno di giugno.
Lei aveva cercato di non farsi trovare, nascondendosi nei campi, perché non avrebbe potuto nascondere il suo stato.
Mentre la portavano via, vide negli occhi di lui la paura smarrita, la rabbia, l'impotenza, la vergogna, l'umiliazione.

Quando tornò a casa, era sola.
Rimase sola per qualche giorno, senza voler parlare con nessuno, senza guardare negli occhi nessuno, mangiando solo lacrime amare.
Poi prese le ceste e andò al mercato, col cuore spezzato, col cuore ormai spento, a vendere le fragole più dolci del mondo.


**Quella raccontata qui è una storia inventata. Quella vera è qua. Se qualcosa sta cambiando, lo fa molto lentamente.

23 commenti:

  1. mi hai commosso...
    mi fa sempre un po' paura quando nuove tecnologie, nuove idee, scoperte si mettono a disposizione di pensieri datati, assurdi...

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    1. La storia è tragica.
      Non credo che c'entri molto la tecnologia. Quella c'entra solo se una donna decide di abortire perché ha scoperto che sta aspettando una femmina. Ma quella è pur sempre una decisione personale.
      Gli aborti *imposti* sono una dimostrazione assurda di come il denaro possa comprare qualsiasi cosa

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  2. che storia orribile... :( orribile perchè ispirata a quella vera.

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    1. sì, è orribile. I funzionari perlustrano le case alla ricerca di donne incinte. Lascia senza fiato.

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  3. E' bellissimo questo post, Wonder. Sei stata davvero brava. La strada e' lunghissima, si'.

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    1. Grazie Lucy. è che a volte sembrano assurdità, e vengono in mente certe frasi lette nei libri di storia, e uno pensa che non succedano più, e invece.

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    1. Direi di sì. E' una parte di Cina che l'opulenza delle grandi città tende a ignorare, ma che si nasconde proprio nei vicoli più bui delle metropoli.

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  5. mi chiedevo proprio se se ne parlava in Cina:qui tutti i giornali Hanno parlato di questa violenza atroce e assurda,con più o meno risalto.Di una si è saputo,chissà di quante altre non si sa.E la multa da pagare allo stato-ma ci rendiamo conto dell'assurdità-era,per noi possiamo dire "solo" di 5000 euro.....Bello il tuo racconto,più dolce e romantico della realtà forse.Bisognerebbe che il mondo sapesse di più....

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    1. sì, la politica di limitazione delle nascite è violenta, e l'accanimento verso chi ha un secondo figlio senza averne *diritto* (le regole sono precise) è assurdo e incivile.

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  6. Rabbrividisco solo al pensiero. Ma tu l'hai raccontata molto bene, questa storia, e l'hai resa bella.

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    1. grazie alessandra. la notizia mi ha un po' scossa...

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  7. Ogni tanto fa bene piangere un pò, commossi e addolorati per un destino che, fortunatamente, non è il nostro.
    Fa bene perchè poi ci voltiamo, ci guardiamo intorno, apparentemente dimentichiamo questa favola all'incontrario e andiamo avanti. Ma poi ci accorgiamo che in un angolino del nostro cuore ci sentiamo improvvisamente fortunati.
    Perchè possiamo averlo questo bambino in più, non solo desiderarlo, immaginarlo, volerlo.
    Perchè anche se a volte non ci sembra così, siamo liberi di scegliere.

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    1. il destino che non è il nostro ci fa sentire fortunati, è vero. e io mi sono ritrovata a pensare che glieli avrei dati io, quei soldi lì.
      e mi viene da pensare a quando al liceo leggevo delle sterilizzazioni di massa, e mi sembrava una cosa così assurda, così lontana...

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  8. oh caxxo sei a shangai?! aspetta che finisce sto periodo di m. e mi metto in pari con tutto il tuo blog. Allegria!!!! :***

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  9. brava Uonder. che dire, se non che mi è sempre più chiaro perchè quando esci con le tue tre bambine ti guardano come se fossi un ufo. posso dire un "maledetti schifosi"? l'ho già fatto, anche se è come gridare alla luna, ma questa storia mi fa veramente incaxxare.
    ti bacio
    L'AleS

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    1. lo puoi dire, io l'ho detto e pensato così tante volte in questi giorni...

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    2. Non ho parole, guardo le mie bambine e penso che per fortuna sto qui e non lì!

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  10. Hai raccontato questa storia atroce in modo davvero delicato. Rabbrividisco al solo pensiero. E comunque credo che si stiano tagliando le gambe da soli con questo controllo serrato delle nascite...gia' adesso si legge di traffici di donne dalla Korea del Nord, tra qualche generazione saranno tutti maschi...

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    1. in effetti c'è anche questo problema.
      Ho conosciuto una ragazza incinta, le ho chiesto se sapeva il sesso del bambino. mi ha risposto che non voleva saperlo, e mi ha fatto velatamente capire che se fosse stata femmina i genitori e i suoceri le avrebbero fatto pressioni...

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  11. Queste notizie fanno davvero male.
    Chi ci guarda con occhi di ammirazione quando usciamo con i nostri bambini per le strade cinesi ammira in realta' forse anche e soprattutto la liberta' che rappresentiamo.
    Molto romantica la tua storia, non mi stupirei se fosse la storia precisa di moltissime coppie della Cina lontana dai centri commerciali.
    Brava.

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  12. Cara Wonder, tu l'hai raccontata con la tua consueta grazia, ma è la storia di una tale orribile realtà - di quelle che solo gli umani riesco a concepire e a organizzare - che non riesco neppure a commentare.

    baci
    r

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