lunedì 3 settembre 2012

Scappo dalla città

È settembre, e il vento che muove le foglie non si appiccica più addosso con il suo fiato umido.
Ma la vita a Shanghai sa essere caotica, incalzante, nervosa. La gente ha fretta, suona, sgomita, strombazza, starnazza. Suda, sputa.
Ho voglia di quiete.

A Wuzhen, pittoresca città d'acqua divisa in due, l'atmosfera è rilassante. Sembra di entrare in uno di quegli acquarelli dipinti di nero e arancione, dove un pescatore tratteggiato con due pennellate lascia pendere la canna da pesca e resta fermo lì, ad aspettare, guardando muoversi nel canale le ombre squamose.
Wuzhen non è segnalata dalle mie guide. Eppure tra i cinesi è molto conosciuta, e il turismo non manca, per quanto sia quasi esclusivamente turismo cinese. È l'unica città d'acqua vista finora dove l'aspetto antico si mescola ai servizi più esclusivi. Alberghi con piscina, centri estetici, massaggi, spa inaspettate si nascondono dietro le stesse porte dove gli abitanti vivono come se il progresso non li avesse sfiorati, mentre i bagni pubblici sono dotati di lavandini di ceramica dipinta e rubinetti di bambù con fotocellula.
Il legno nero delle case, le finestre intagliate, i portali decorati si aprono su stralci di vita quotidiana. Una donna si lava i capelli in una bacinella. Prende l'acqua dal canale, insapona la testa, sciacqua. Un gruppo di uomini gioca a mahjong. Una vecchia prepara da mangiare armeggiando con vecchie pentole annerite. Un uomo scalda del riso soffiato in una rudimentale pentola a pressione.
Su una pertica di quindici metri un ragazzo fa acrobazie, il bambù si inarca e la bandiera rossa sulla cima sventola a ogni movimento.
A volte ho l'impressione che siano messi lì apposta, attrazione per turisti, ma non è così. La gente di Wuzhen vive come se il mondo intorno non esistesse. I vecchi se ne stanno sulle panchine a chiacchierare guardando le persone che passano. Uno ci prende in giro per i nostri nasi lunghi, ridendo con la sua bocca senza denti. Ci additano, ci guardano curiosi, si sporgono dalle finestre per guardarci passare, ripetono alle mie spalle la frase ormai nota, San ghe nu ar! (tre femmine!). Non vogliono farsi fotografare, e appena si vedono inquadrati si girano di scatto, si nascondono, si ritraggono dalle finestre. Ma poi si fermano a guardarci, con insistenza, senza imbarazzo, con un sorriso benevolo e stranito.
Nei loro negozi vendono ombrellini, ventagli, stoffe lunghissime blu e bianche, pennelli, sonagli di porcellana che dondolano dentro una finestra scura, vestiti, dolci di riso ripieni di crema di castagne, ravioli al vapore, cibo per i pesci che si ammassano sulla superficie, rotoli di bambù decorati, pettini di corno, coperte caldissime ma leggere come un soffio di vento.
Su tavolini quadrati e lisci, sotto un portico decorato, sono appoggiate ciotole d'acqua con un pennello, perché qui le frasi d'amore si scrivono sulla pietra ma si asciugano in fretta, e restano solo nel cuore degli amanti.

All'imbrunire i vicoli si riempiono di gente e di luci. Le lanterne spruzzano i canali di riflessi colorati. Guardo giù da un ponte. Il mare nero è mosso solo dal remo di una barca che solca lenta l'acqua stanca.

Se volete rovinarvi l'immaginazione guardando le foto, cliccate qui

13 commenti:

  1. ecco, mi è venuta voglia di andarci... me la porti una di quelle coperte leggere come un soffio di vento?
    bacio
    l'AleS

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  2. anch'io ho pensato la stessa cosa:fa voglia di andarci!chissà...e bella l'idea delle foto allegate:mi sono riguardata anche quelle più vecchie.Ma è la prima volta che le alleghi o mi sono persa qualcosa ?nM

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    1. ci andremo insieme.
      in effetti no, non ho mai allegato foto. diciamo che va contro l'idea di base del blog. ma ho fatto un'eccezione

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  3. Che belle foto! Hai fatto bene a mettere il link, così ho scoperto la tua pagina fb. Io sono stata a Qibao, comoda perchè ci si arriva con la metro. Adoro le città sui canali, sono state una bella scoperta. Ti dirò, ho una certa nostalgia della Cina.
    Salutami Shanghai :)

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    1. Qibao non l'ho ancora vista. con la scusa che è qua vicino ho idea di poterci andare quando voglio...
      credo che a tratti la Cina faccia quest'effetto

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  4. le foto sono bellissime, sembra un po' una venezia orientale. la foto delle stoffe mi è piaciuta più di tutte, me le ero immaginate diverse, non così belle.

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    1. c'è stato qualcuno che mi ha detto qualcosa tipo *anche in italia avete una water town, vero?*
      *ecco, sì, quasi* ho detto.

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  5. Vado un po' controcorrente: quelle foto sono foto di posti che di originale hanno poco. Sul mio profilo FB potete vedere delle foto analoghe (per non dire identiche) di TongLi, borgo a mezz'oretta di macchina da Suzhou. E ci sono anche altri borghi del genere in giro per la Cina. Non é un caso che per entrare si debba pagare un ingresso di un centinaio di RMB!
    Apprezzo invece le descrizioni fatte dalla Wonder, veramente delicate, come sempre, brava!

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    1. e dire che di solito un'immagine vale più di mille parole!
      grazie, Ste.

      In realtà non sono del tutto d'accordo. Se guardi le mie foto di TongLi o ZhouZhuang sulla pagina fb vedi che sono entrambe simili, ma molto più aperte, più luminose, con le case bianche. certo il fiume è una componente essenziale, *omologa* un po'. Ma WuZhen è più *nera*, tutta di legno, e la gente vive il fiume molto di più, le case sono aperte tra il canale e i vicoli, ci si vede attraverso.
      l'ho trovata molto più affascinante, ecco.

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    2. Ti credo, allora mi soffermo di più sulle foto, ammetto che forse son ostato un po'superficiale e dopo averne viste 3 o 4 e avere avuto la sensazione di cui sopra, ho chiuso! ;-) Rimedierò...

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    3. ma in effetti molte si somigliano, credo. Ne ho viste solo 3! per ora WuZhen è quella che mi è piaciuta di più

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  6. Questo post fa venire voglia di autunno e castagne, non so per quale giro di idee! Brava come sempre!

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