giovedì 27 ottobre 2011

Bastano due ore

Silvain è appassionato di montagna, gli piacciono le imprese difficili e affronta la vita come uno scalatore, con risoluta determinazione e un po' di controllata incoscienza.

    Io e Silvain abbiamo lavorato insieme per un po', qualche anno fa.
    Qualche anno fa in effetti è un po' riduttivo per indicare un periodo interglaciale, ma tant'è, anche se sembra una vita (è una vita, anzi almeno tre vite fa), quando ci incontriamo, il che avviene con frequenza più o meno triennale, è come se ci fossimo visti il giorno prima.

    Michele è uno degli uomini più belli che conosco. Ho detto uno degli, non se l'abbiano a male gli altri amici maschi. Mette passione in tutto quello che fa, e cerca i lati nascosti delle cose e delle persone, perché sono quelli più curiosi e quasi sempre i più affascinanti, e possiede l'infantile capacità di stupirsi.

    Silvain e Michele lavorano insieme da millenni, cioè da quando li conosco. Sebbene io sia quasi certa che abbiano anche delle vite separate, con mogli e figli e animali non interscambiabili, nella mia mente sono inscindibili, un po' come il Gatto e la Volpe, Gianni e Pinotto, Cochi e Renato, Peppone e don Camillo, Pippo e Topolino. Si capiscono al volo anche senza parlare, e quando parlano fanno battute e si prendono in giro. Sanno anche stare seri, quando serve, ma sono più belli quando ridono.

    Strano posto per incontrarsi, Shanghai.
    Non sto qui a dire i perché, ma avevamo a disposizione due ore. Due ore a passeggiare, scattare foto, andare a braccetto, parlare.

    Al mercato di Dongtai Lu abbiamo contrattato, comprato spillette di Mao, poster di propaganda comunista, palline da relax, scatolette, una gabbietta per uccelli, braccialetti di smalto, collane, una tazza per la tisana e pendagli di giada.
    Al mercato dei grilli abbiamo osservato gli esemplari più piccoli e quelli più grandi, analizzato le scatole, le gabbiette e le ciotole per l'acqua, visto uccelli e tartarughe, pesci rossi nelle vasche appoggiate per terra con un gatto in agguato e conigli nani in gabbiette impilate, e non abbiamo comprato niente perché un grillo avrebbe vita breve su una scrivania dell'università, anche se mangia poco, anche se non salta, anche se accudito dalla segretaria dal nome di grillo.
    Alla Paulaner di Xintiandi abbiamo mangiato hamburger e patate fritte e panini al salmone e bevuto birra.

    Due ore non bastano per raccontarsi dopo tanto tempo. Due ore sono troppo poche per mostrare quello che vorrei della mia Shanghai, i posti che mi piacciono, le stranezze della gente, le contraddizioni. Due ore non bastano perché con gli amici le ore sono minuti, e gli anni sono giorni, e anche se ci vuole un secondo per andare indietro nel tempo, poi ce ne vuole un sacco, di tempo, per ritornare al presente.

    Due ore bastano invece per farmi provare una lieve gelosia, per loro ancora insieme mentre io ho cambiato strada, per riempirmi la testa di ricordi, per far nascere un po' di malinconia. Bastano, due ore, per sentirmi bella, perché gli amici fanno così, ti corteggiano per farti divertire. Bastano per accendere la nostalgia, per capire che gli amici a volte sono più vicini quando sono lontani, per scoprire che ci si riconosce, uguali, anche dopo anni, con la stessa immutata confidenza, la stessa voglia di ridere.

    Quando torno, ragazzi, ci prendiamo altre due ore?

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