lunedì 31 ottobre 2011

Scary Halloween

Quando mi alzo, alle sei e mezza, non c'è molta luce, ma si capisce che è una bella giornata.
    Alle sette e un quarto il sole è tiepido, e siccome l'aria si scalda in fretta per le otto e mezza si può uscire senza giacca (meglio così, perché il giubbino antivento non si intona al vestito da principessa del Gatto Selvaggio, riciclato dall'anno scorso e ammodernato con splendidi fiori a brillantini trovati venerdì nella merceria più grande del mondo, nella città vecchia).

    Allo specchio, prima di uscire, noto un segno vicino all'occhio. Cos'è, una ruga? No, dai, è solo un'ombra. Va' che faccia da paura, stamattina. Adatta alla giornata.

    Sarà che noi non l'abbiamo mai considerato, ma Halloween non ci fa un grande effetto, non fosse per i travestimenti. Però qui la festa è diffusa, e mentre nel compound si decorano le case con zucche, lanterne arancioni, ragnatele e ragni finti (a volte anche veri), fantasmi, streghe, vampiri, le scuole ne approfittano per fare attività creative.
    All'asilo del Gatto Selvaggio si festeggia con una chiassosa sfilata di bambini e maestri in maschera, la proclamazione di una serie vincitori per svariate categorie (il costume più spaventoso e quello più originale, l'animale più bello e il vestito più divertente, quello più magico, quello più carino e quello più creativo) e la consumazione di un pasto comunitario assemblato dalle mamme per l'occasione.

    I bambini più tradizionalisti vestono con maschere da mummia, da scheletro, da zombie. Altri sono vestiti da pinguini, da tigri, da scimmia e da leone. Le bambine sono tutte principesse, tranne qualcuna che ha osato diventare fiore, streghetta o zucca. C'è un ragazzo con un costume da lottatore di sumo, uno vestito da Buzz di Toy Story, l'amico di spuola Kai è vestito da Sullivan di Monsters&Co e suo fratello da Mike, poi ci sono fatine e supereroi, astronauti e fantasmi, ingombranti Transformers di cartone e poliziotti.
    C'è un maestro vestito da omino di panpepato, uno da antico romano ma è troppo alto e troppo scarmigliato per somigliare davvero a un romano, uno da lupo mannaro che invece gli riesce benissimo. Le maestre indossano vestiti da principesse di tutti i continenti, tranne due che viaggiano in coppia vestite da M&M's rosso e verde e Mrs Alexis-Gloria che è vestita da mamma orsa, e per una volta mi sembra che l'abbigliamento sia azzeccatissimo.
    Anche la maggior parte delle mamme presenti allo zoo per la sfilata sfoggia cappelli da strega, parrucche, scope di saggina, vestiti da principessa, trucco nero, veli da odalisca. Una c'ha pure i corni, i leggins e il mantello da diavola, vagamente hard ma si fa finta di niente.
    Io ho optato per un travestimento low profile: i miei capelli, vista l'umidità, non han nemmeno bisogno di un grande trattamento per somigliare a quelli di una strega, e per quanto riguarda il trucco, beh, faccio più paura senza.

    Eclettico è l'aggettivo più indicato per definire il pranzo, dove accanto a ravioli al vapore, frittate alle verdure e bocconcini di carne un tantino piccanti potevi metterti nel piatto cornflakes caramellati, panini salati ricoperti di zucchero colorato, rondelle di sushi, fette di torta al cioccolato, crackers dolci, insalata con maionese, fette di anguria, pandorini, krapfen alla cioccolata, mele e pere con lo yogurt, pomodorini interi, brioches con wurstel, ciambelle, fette di formaggio e dolcetti ripieni di fagioli rossi.

    La Gabbianella, in visita speciale, non fa una piega e mangia quello che trova nel piatto, poi lo spalma un po' sul tavolo e un po' sulla lavagnetta magnetica dove ha identificato mamma tigre e tigrotto che somigliano tantissimo ai suoi amici gatti della terrazza. Dà anche qualche bacetto ai pulcini (quelli magnetici).

    A casa, dopo cena, scopro che l'ombra scura all'angolo dell'occhio è ancora lì. Ma ormai qui non ci spaventa più niente, né il fantasmino che suona alla porta chiedendo dolcetti, né il bacherozzo che entra dalla terrazza, né le falene (quelle piccole), né il camion che ti strombazza alle spalle. Nemmeno la festina della scuola.
    Figuriamoci se ci fan paura le rughe.

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