mercoledì 19 ottobre 2011

Fatica sprecata (di varie inutilità parte II)

Prima di partire per Shanghai, giusto per entrare nel clima asiatico, ho frequentato con discreto profitto un corso di cinese all'università. Quaranta ore strappate al lavoro per le lezioni e altrettante al sonno per lo studio alla sera, quando finalmente le bambine dormivano e io potevo ripassare come si scrive TuShuGuan e come si dice Mi chiamo Wonder, Vorrei una tazza di tè, Ha un vocabolario di Italiano-Cinese? o Al sabato sera vado a ballare, il che com'è naturale è palesemente falso ma tanto non si studia per dire la verità.

    Arrivata qui ci ho messo un po' prima di ambientarmi, assicurarmi che le bambine fossero tranquille e decidere di cercare una scuola per seguire un altro corso di cinese.
    Il momento è arrivato. Luogo di aggregazione pressoché femminile dove passano gran parte delle mogli degli espatriati, il Community Center offre corsi di lingua cinese, conversazione inglese, conversazione francese, lettura e scrittura, gite turistiche, gite di ambientamento, corsi di cucina, lezioni di zumba, coffee connection, medicina tradizionale, agopuntura e moxibustione, corsi di primo soccorso per aji e autisti, di creatività varia (dalle perle alla fotografia, dalla pittura a come essere perfette genitrici).
    Wow, penso, va' che fortuna, al Community Center fanno un corso di cinese per chi ha già fatto trenta ore di lezione, fa proprio per me.
    Assessment giusto per capire se vado bene.
    D'accordo, gli esami non finiscono mai. Vediamo, sì, questa domanda la capisco, so anche rispondere, ok, anche questa è facile. Come dice, scusi? Ah, un chilo di farina? No, non so quanto costa un chilo di farina e non so neanche chiederlo. Cosa mi piace fare la domenica? Oddio questa la sapevo ma veramente non mi ricordo più come si dice (chi non ricorda non sa, mi diceva il Pianista Preferito dalla memoria indelebile come il pennarello sui miei jeans bianchi). Può aspettare qui un attimo? Ma ti pare che all'università come prima cosa ti insegnano cosa devi dire al tassista? A che ora vieni la settimana prossima? No, non lo so dire, quella lezione lì ancora non l'avevamo fatta. Ma come mi vengono tutte 'ste scuse da terza media? I classificatori, sì, ecco, tipo i ben cha. Ah no? Sbagliato? Mi sembrava... ah, era i bei cha, certo, è vero. Ma che caxxx ho imparato in 'sto corso all'università? Non mi ricordo proprio niente. Cioè, veramente so scrivere quello che so dire, quindi piuttosto poco, per vero. So anche leggerlo, mi sembra importante... Non è così importante, dice? Beh, magari se devo capire cos'è quello che compro... Lo chiedo? Beh, giusto, lo chiedo. Quindi qui niente lettura e scrittura, solo a parlare ti insegnano? Certo, parlare è fondamentale. Quindi io non so parlare, che fregatura.
    E il mio libro serve, posso usarlo? Per riuscire a fare il corso di secondo livello allora dovrei studiare ancora questa lezione qui, la dodici, la tredici, la quindici e la sedici. La quattordici non serve, no? questa e questa, ripassare tutte le altre, ok, senza guardare i caratteri, quelli non importano, va bene. A me piacevano proprio quelli, la filosofia sottesa all'ideogramma, quelle menate lì, però...

    Ricapitolando: arrivata qui ci ho messo un po' prima di ambientarmi, assicurarmi che le bambine fossero tranquille e decidere di cercare una scuola per seguire un altro corso di cinese dato che ho dimenticato tutto.
    Magari è meglio se ricomincio da capo, no? Cioè dal primo livello, beginner 1. Vabbè. Ci penso.

    Ore 19,30.
    A tavola, mangiando con le bacchette le penne al tonno e capperi.

    - Tu mamma vorresti tornare bambina?
    (Va' sta cucciola che mi legge nel pensiero) - Sì tesoro, ogni tanto mi piacerebbe.
    - Vorresti tornare a scuola?
   - Beh, sì, qualche volta mi piacerebbe anche tornare a scuola.
    - Allora vai anche tu a scuola di cinese?
    - Eh, ci sto pensando, stavo appunto dicendo al papà...
    - Io faccio lezione di cinese, sai, a scuola...
    (eh, lo so)
    - ...mela si dice ping guo, pera si dice li, banana non mi ricordo, sai come si dice naso? Io lo so, biz, piedi? Shou. Orecchie? Ar duo.
    - Ok, ci credo, sei brava, magari mi insegni.
    - Ma tu resti la mamma, anche se ti insegno io. Gatto, la mamma resta sempre la mamma, sempre sempre, anche quando è morta, sai.

    Eh. Son consolazioni.

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