lunedì 3 ottobre 2011

Efficienza idraulica

Piove da due giorni e di acqua ne ho vista abbastanza, e l'idea di passare la serata ad asciugare l'acqua che straborda dal water non rientra nei programmi.

    L'idraulico, chiamato alle otto e quarantacinque, compare alla porta di casa poco prima delle nove, quando le bambine sono già nei loro morbidi lettini. È lo stesso che ha riparato lo scaldabagno, il rubinetto della cucina e il water (sempre quello) per tre volte, e che, dato che era qui, ha intrattenuto conversazioni di mediazione con il capo della BighiFamiglia, la padrona di casa, l'interprete e la assumenda ayi quando, nel mese di giugno, il resto della suddetta BighiFamiglia trascorreva le giornate in quel della Valpolicella tra spruzzi d'acqua e pause sonnacchiose all'ombra del vecchio noce.

    Alla vista degli stivali infangati mi rallegro dell'abitudine cinese di togliersi le scarpe quando si entra in casa, anche se poi la vista dei piedi nudi dell'idraulico non edifica.

    In due riusciamo a capire che deve cambiare un pezzo, che bisognerebbe chiedere il permesso alla proprietaria la quale però si trova negli Stati Uniti, precisamente a San Francisco, e quindi causa fuso orario è di fatto irreperibile, che ha bisogno di sapere dov'è il rubinetto di chiusura dell'acqua.
    Viste le facce basite dei coniugi Bighi l'idraulico capisce l'antifona, e si arrangia.
    Esce, inforca la sua bicicletta, va a prendere il pezzo, torna, mette le scarpe sulla terrazza, armeggia per un'oretta con i rubinetti e gli scarichi del cesso, beve la coca cola gentilmente offerta dalla casa, si riprende le scarpe e se ne va, dichiarando che manderà il conto alla padrona di casa.
    È la seconda volta che sperimento l'efficienza cinese.
    Magari poi non dura, magari dovrà tornare a riparare lo stesso water per la quinta volta.
    Ma intanto la serata è salva. Posso anche andare a vedere se su Biography Channel danno ancora la storia della vita normale di Gene Simmons.

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