lunedì 3 ottobre 2011

Straordinaria follia

Piove. Come primo giorno di vacanza andiamo bene.
    Dormiamo, giochiamo a tombola, leggiamo uno due tre libri, mangiamo, dormiamo. Un sacco di sonno da recuperare.
    A metà pomeriggio usciamo. Nonostante il tempo, la frenetica pazzia della festa nazionale imperversa per le strade del centro, dove quasi non si riesce a camminare per la folla. Decidiamo che la metropolitana è il mezzo più comodo per raggiungere Xitiandi, zona turistica pedonale con ristoranti, bar, locali e negozi, dove passeggiamo un po' e beviamo un caffè allo Starbucks, dove ci offrono dei bocconcini di cheescake.

    Per la cena, appuntamento al Latina, ristorante brasiliano al Grand Gateway, dove arriviamo comodamente in metro dopo un paio di cambi (ma tanto le bambine si divertono su e giù per le scale mobili).
    Il ristorante non è particolarmente caratteristico, e offre un menu piuttosto vario, scritto anche in italiano, ma la pietanza di gran lunga più ordinata è il barbeque, anche perché con 198 reminbi puoi mangiare a volontà. A buffet ci sono insalate, pomodori, mais, patate, fagioli, rape rosse, cavolo, spaghetti, pasticcio, riso bollito, carne arrosto, banane e ananas fritte, zucchine e polenta e melanzane pure fritte, gelato, frutta fresca, ananas caramellato, creme caramel, spumiglie, crema al cioccolato, marmellata di lamponi. Al tavolo, invece, i camerieri portano su grandi spiedi ogni tipo di carne e pesce alla griglia, ne tagliano dei pezzi che si prendono con delle pinzette e si mettono nel piatto, e continuano a portarne finché non sei satollo. Cioè, ci devi venire con una gran fame. La musica dal vivo è un po' monotona, ma probabilmente le due ragazze brasiliane hanno successo anche se sono completamente vestite.
    Alle undici siamo tutti piuttosto stanchi. Gatto Selvaggio si è addormentata sul divanetto con una salsiccia in mano, la Gabbianella dopo un primo momento di défaillance si è ristabilita e rosicchia da un'ora lo stesso cosciotto di agnello, la BB non finisce il suo gelato alla crema di cioccolato. È proprio stanca. Fuori dal locale c'è una fila di taxi, prendiamo il primo e mi infilo col Gatto dormiente sul sedile di dietro, seguita dalla BB che comincia a giocare con i programmi della tv. Il Bighi sistema passeggino, ombrelli, giacche da pioggia e viveri di conforto (sempre presenti) nel bagagliaio e si sistema con la Gabbianella davanti, vicino al tassista, che capisce subito la destinazione e parte in quarta, ma guida piuttosto bene.

Il lavoro del tassista è piuttosto pesante. Lavora senza pause anche quattordici ore al giorno, di notte le strade sono poco illuminate e di giorno pedoni e motorini si buttano in mezzo senza guardare. Lo stipendio è basso, deve pagare l'affitto del taxi e la benzina alla compagnia che gestisce il servizio, mangia al volo tra un cliente e l'altro e si sente pure gli improperi di quelli che lo vorrebbero a disposizione anche quando deve fare pipì. Si difende dai clienti malintenzionati con una barra di ferro attorno al sedile e un gabbiotto di plexiglas che in realtà difende molto poco, e in genere non è molto loquace, anche se ci sono rare eccezioni. Quando il taxi è fermo o va molto piano si ferma anche il tassametro, e per cercare di guadagnare un po' cerca di stare fermo il meno possibile, frenando all'improvviso e ripartendo di scatto, e portandoti un po' più in là rispetto a dove devi scendere, raramente facendo strade tortuose.
Di notte, quando il traffico è meno caotico, guida più rilassato, in genere. Salvo quando incontra ragazzi ricchi e prepotenti, che guidano macchine da cinquantamila euro e che magari hanno anche bevuto un po'.

I due che stanno provocando il tassista, superandolo per poi rallentare bruscamente e costringendolo a frenate improvvise di cui facciamo le spese anche noi, fanno parte della categoria. Il tassista però non sembra dare segni di impazienza. Improvvisamente, dopo l'ennesima brusca frenata, la macchina inchioda e il tassista è costretto a fermarsi, proprio in mezzo alla Hong Qiao Lu, strada a sei corsie normalmente molto trafficata ma stasera inspiegabilmente deserta. Uno dei due scende, urlando improperi, apre la portiera del taxi e comincia a dare pugni al tassista, che sta fermo e cerca di coprirsi la testa con le braccia. Oh, cazzo. Lo so, è volgare, ma è proprio quello che penso. Il Bighi esce dal taxi, e si ferma tra le due macchine con la Gabbianella in braccio, che non si sveglia. Un secondo ragazzo scende dall'auto e viene verso il taxi, guarda all'interno e vede me con in braccio una bambina che dorme e un'altra di fianco che mi tiene stretta. Ecco, penso, questo adesso lo calma un po', son qui con due creature... Invece quello si unisce al suo amico, e si danno il cambio a menare il tassista e cercano di tirarlo fuori dalla macchina.

Ok, penso, meglio chiamare la polizia. Cosa gli dico, alla polizia? Help? Bighi per piacere vieni qua. BIIIGHIIIIII? Non mi sente, là fuori. Intanto la BB comincia a spaventarsi, vuole scendere.
- Mamma, possiamo andare a piedi?
Oddio no BB stai ferma lì, non aprire la portiera che siamo in mezzo alla strada. Adesso non aver paura, stai qui vicino a me, va tutto bene, BIIIGHIIIII!
Mentre sto pensando a cosa possiamo fare, noi due soli con le mani piene di bambine, si materializza una macchina della polizia. Quelli mica smettono, continuano a menare il tassista. Però adesso un poliziotto li ferma, e il Bighi arriva, prende la BB e la porta sul marciapiede dove c'è un vecchio coperto da una tuta blu antipioggia immobile a guardare la scena sulla sua bicicletta, nascosto nel buio delle piante. Io la seguo, con il Gatto in braccio, e urlo al bighi di fermare un taxi che passa dall'altro lato della strada, che adesso si è improvvisamente animata.
La Gabbianella viene posizionata sul sedile anteriore del nuovo taxi, io mi infilo con il Gatto e la BB, il Bighi arriva dopo aver pagato la corsa finita male. Cosa manca? Manca qualcosa... Il passeggino nel bagagliaio! Mica possiamo perdere anche questo.

Ok, a posto. Calma. Il nuovo tassista è molto divertito dalla presenza di tre bambine tre, carine, dice. Scherza e parla anche se non capiamo niente, e stempera la tensione. Per quanto faccia, però, non ho proprio voglia di sorridere.

1 commento:

  1. panico. complimenti per il sangue freddo...solo una mamma può. a proposito, buona festa della mamma!

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