lunedì 26 settembre 2011

Doppio sogno

Nei pressi della Biblioteca di Shanghai, lungo la Fuxing Xi Lu, una strada buia ma vivace, ci sono alcuni locali interessanti, un piccolo apparecchio tv vintage che invita a accendere la musica anziché fossilizzarsi sui programmi televisivi, una vetrina con barattoli e corde appese, lavagnette dell'ikea con l'elenco delle offerte e i menù del giorno scritti con i gessi colorati.
    Da una porta aperta si entra in un club Bike&Friends, che espone una gigantografia di Coppi e Bartali nella celebre immagine del passaggio della borraccia, alcune biciclette rotte, copertoni, telai appesi e qualche candela. Oltre l'ingresso, c'è una sala addobbata allo stesso modo con un lungo tavolo pieno di cinesi, e più avanti un cortile con tavolini rotondi pieni di occidentali.

    Proprio di fianco, al n. 133, c'è un locale che si chiama Mistral. Offre produits du marché, tapas & vinos e una selezione di cibi cinesi. All'interno, un divanetto con un tavolino per chi vuole aspettare che si liberi un posto, alcuni tavoli con le candele, le tovaglie bianche e i tovaglioli scuri. Attraverso una scala stretta e nera, con la ringhiera fatta di corde tese, si accede al secondo piano, dove piccole finestre tondeggianti bordate di azzurro si affacciano sulla strada. La luce tremolante delle candele illumina poco e crea un'atmosfera molto romantica, ma la cameriera ci invita a seguirla ancora, all'esterno, dove c'è un ballatoio con tavoli di ferro battuto e vista sul cortile degli amici della bicicletta. Da lì, ci porta ancora all'interno, attraverso pochi altri gradini, oltre una porta bianca che si apre su una sala con un tavolo per una ventina di persone, rustico ma d'effetto, con sei gambe diverse l'una dall'altra, dipinto di bianco come le sedie. Sul tavolo, due vasi con gigli bianchi, sale e pepe, una bottiglietta di tabasco e due candele. Il lampadario è un grosso tronco chiaro su cui sono avvolti ad altezze diverse fili elettrici che finiscono con tubi idraulici. Un lato della stanza è pieno di finestrelle azzurre, aperte sul solito cortile dei bikers, con le candele sul davanzale, spente; il lato corto ha due porte chiuse e il terzo lato una porta con un chiavistello.

    Mentre guardiamo il menù incerti su cosa assaggiare, vista l'offerta piuttosto stravagante, la porta col chiavistello si apre e appare una ragazza vestita di nero, con una minigonna inguinale, una maglia scollata, gli stivali e in testa un cappellino a punta rosso e giallo. Forse abbiamo sbagliato locale. O forse ha sbagliato lei. Confabula con qualcuno, un uomo, che si affaccia solo per un istante, poi se ne va senza chiudere la porta. Attraverso lo spiraglio si vede un ingresso spoglio con altre porte, un uomo esce, o più probabilmente entra con una borsa blu dell'ikea piena di roba, uno zaino e un sacchetto della spesa, e io penso che in effetti le sedie qui non sono niente male, e comunque meglio di quelle che ho nella sala da pranzo, ma io ho portato solo la borsetta da sera, dove non entra nemmeno la saliera. E mentre penso, entra un ragazzo, prende due sedie e le porta via. Proprio quelle che piacevano a me.

    Dopo un tempo sufficientemente lungo arriva una cameriera vestita di nero, prende le ordinazioni e accende le candele, e sparisce nel buio. Dopo un secondo, si manifesta come un fantasma il boss cinese, sudato e trafelato, che si scusa per averci fatto aspettare fornendo una serie di inutili giustificazioni, e si allontana poi gesticolando e parlando tra sé.

    Le croquets sono deliziose, l'empanada discreta, l'octopus piccante, i gamberoni enormi, il riso un po' appiccicoso, la birra buona e leggera.

    Quando ci alziamo, poco dopo le dieci, il locale è quasi vuoto, il barista spagnolo sta asciugando i bicchieri e il boss cinese è ancora sudato e trafelato come prima, ma come prima scompare in fretta, scostando le sedie con la grossa pancia come se avesse le mani occupate. Fuori dal locale, sulla strada, non c'è quasi nessuno, le macchine passano raramente e si sente il chiacchiericcio provenire dalle finestre aperte. La ragazza con la minigonna e gli stivali ci passa davanti, e senza guardarci si infila nel club Bike&Friends.

    La serata è senza vento. Il Mistral stasera ha le oniriche sembianze di un romanzo.

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