venerdì 2 settembre 2011

Sistemi diversificati di comunicazione

Da qualche tempo sto pensando di far cambiare orario alla nostra ayi, perché le grandi distanze cui mi costringono certi spostamenti non mi consentirebbero di tornare a casa per le dodici, ora in cui lei solitamente va a casa a mangiare.
    Memore delle sue raccomandazioni, ho scritto un biglietto, e ho anche pensato di prendermi larga e ho usato un foglio di quaderno anziché lo scontrino della spesa.
    L'impresa ha richiesto un intero pomeriggio di lavoro, durante il quale ho consultato il libro di testo usato per il corso di alfabetizzazione, il frasario (abbastanza inutile) nonché il vocabolario, che ho dovuto utilizzare sia per la parte italiano-cinese, e qui è ovvio, sia per la parte cinese-italiano, e qui il motivo è meno palese ma uno lo capisce subito quando vede la grandezza dei caratteri cinesi, tipo Arial 6 punti, per cui ogni carattere visualizzato nella sezione italiano-cinese è stato controllato nella sezione cinese-italiano.
    E meno male che ho fatto studi di filologia, e ho allenato la pazienza.

    Oltre al cambio di orario, ho dovuto dire:

    1) che dovrebbe andare lei al mercato a comprare gli ingredienti e poi con quelli cucinare a pranzo un piatto cinese per la Gabbianella, e anche per sé, meglio non piccante,

    2) che naturalmente avrei pagato io la spesa, e, dulcis in fundo,

    3) che se la chiamiamo per tenere le bambine al sabato sera le spetta un supplemento di stipendio, consistente in 100 reminbi a sera.

    Al termine del biglietto davo due possibilità: va bene, non va bene.

    Al solito, lei ha portato a casa il foglietto, e il giorno dopo è tornata con la risposta: va bene.

    Tuttavia, sembra che io abbia esagerato nel proporre un pagamento così alto per il sabato sera, e mi dicono che rovino il mercato perché sono più che sufficienti 25 reminbi dato che il sabato è giorno lavorativo (sarà, ma dieci euro per una serata di libertà mi sembravano già un affarone); poi è meglio non farla mangiare a spese nostre perché solitamente le ayi mangiano veramente tanto riso e ne servirebbe una quantità industriale, e non si può proporre altro perché non mangerebbe cibo italiano (il che risponde al vero, almeno per quanto riguarda la nostra ayi).

    La fonte di queste informazioni è Doris, la ragazza di Taiwan nostra vicina di casa, che dopo aver letto il biglietto ed essersi complimentata per l'impresa, mi ha ragguagliato circa alcune abitudini delle ayi e sulla necessità di dire esattamente cosa fare e quando, altrimenti fanno di testa loro. Siccome mi veniva da ridere al pensiero del tempo che avrebbe richiesto un simile ragguaglio, si è offerta di aiutarmi a comunicare con la nostra ayi, e oggi ha fatto da interprete (e non avrò l'autista personale ma trovatemi qualcuno che abbia la traduttrice simultanea).
   Ebbene, se si esclude il fatto che io parlavo per mezzo minuto con Doris e la sua traduzione durava un quarto d'ora, con una discussione piuttosto animata che sembrava una commedia in dialetto bergamasco con anche l'intervallo in mezzo durante il quale sono andata a bere qualcosa al bar, credo di essere riuscita, tramite Doris, a far capire alla Wang Che Hua una serie di cose, tra cui:

    1) deve cambiare orario, fare la spesa e preparare da mangiare per la Gabbianella, come da biglietto allegato;

    2) non occorre fare una lavatrice al giorno se ci sono da lavare solo due magliette e una camicia. Meglio aspettare che il cesto sia pieno;

    3) la biancheria scura andrebbe separata da quella chiara, così il Bighi non si lamenta perché le sue mutande sono diventate rosa;

    4) sarebbe gradito che lei preparasse qualcosa anche per la cena, ma solo se glielo chiedo espressamente altrimenti ci penso io.

    A dire il vero mi riesce difficile pensare che riesca a preparare qualcosa per cena entro le cinque, ma Doris ha insistito su questo punto, suggerendo anche di fare una prova per stasera. Così per cena abbiamo dan chao fan, un piatto facile che si poteva fare con gli ingredienti già comprati stamattina e che suonava bene.
    Diciamo che dal punto di vista della comunicazione è andata bene.
    Per quanto riguarda la pietanza, credo che aggiungerò qualche ingrediente, perché se metto in tavola una ciotola di riso bollito con uova, erba cipollina e salsa di soia c'è una probabilità piuttosto elevata che il Bighi me la rovesci sulla testa, e ho appena lavato i capelli.

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