domenica 4 settembre 2011

Happy Birthday

Per il compleanno di Lele e Vincenzo, due italiani rispettivamente con fidanzata cinese e moglie francese, siamo stati invitati a mangiare in un ristorante non distante da casa nostra (solo mezz'ora di taxi, cioè).

    Per evitare di passare la serata a sottrarle dalle mani cibo di piatti altrui, asciugare le sbrodolate sulla tavola e passeggiare tra i tavoli nel vano tentativo di calmarla dopo averle sottratto uno spiedino di metallo da trenta centimetri con cui avrebbe potuto facilmente cavare un occhio al commensale del tavolo vicino, senza troppi rimorsi abbiamo lasciato la Gabbianella con la ayi, e adeguatamente istruito la BB e Gatto Selvaggio per la serata.


    Il ristorante, al 680 della ZhaojiaBang Lu, è chiamato The Silk Road, e nonostante sia l'atmosfera che l'abbigliamento dei camerieri inducano a pensare di trovarsi in un locale turco, in realtà mi hanno spiegato che il ristorante propone cibo tipico di una regione nord-occidentale della Cina, lo Xinjiang.

    Lampadari a forma di stella di metallo bucherellato, piatti e vasellame apparentemente antichi, tavoli rotondi con tovaglie rosse, stanze separate da portali di legno arabeggianti, e uno schermo piatto appeso alla parete dove vengono proiettati video sulla vita e i costumi di abitanti di montagne non meglio identificate, con greggi di ovini al pascolo, massaie a fare il pane non lievitato (e vorrei vedere, qui il lievito è introvabile) e panorami desertici.

    Il cibo che cominciano a portare è piccante, ma buono: ci sono bocconcini di melanzane, spaghettini con le verdure, pezzi di pane non lievitato, dei triangoli al sesamo ripieni di agnello (buonissimi), il tutto in piatti comuni, ché qui non si usa avere la porzione ciascuno per sé: ci sono dei grandi piatti da cui ognuno si serve a volontà. E non c'è pericolo di restare senza. L'ospitalità cinese esige una enorme quantità di cibo, molta ma molta più di quella che i commensali potrebbero mangiare, e anzi bisogna che le pietanze rimangano sul tavolo altrimenti li offendi, perché se finisci tutto è come dire che non hanno ordinato abbastanza (il NonnoGP potrebbe soffrire molto nel vedere così barbaramente castrata la sua profonda soddisfazione nello spazzolare tutto).

    Dopo le prime portate arrivano altre pietanze: riso con uova sode e bocconcini di agnello, verdure cotte non identificate, funghi trifolati (quelli che crescono sugli alberi, per intenderci: li trovi anche al platano del Cesiolo ma normalmente invito la BB e Gatto Selvaggio a starci lontane. Qui li mangiano. Vabbe', c'è di peggio). Tutto non ci sta sul tavolo, si fanno delle piramidi con i piatti pieni che quasi raggiungono il record ancora imbattuto di quelle che fa il Bighi con i piatti da lavare. Ma non è finita: ci sono anche cosciotti di montone allo spiedo, yogurt bianco, spiedini di agnello, salse colorate (gialle rosse verdi, quasi patriottiche), spezzatino piccante di agnello con le patate, il tutto condito da musiche a metà tra le melodie tradizionali cinesi e l'Orchestra di Raul Casadei. L'apice della serata viene raggiunto quando il Lele, nella sala adibita alle esibizioni di due ballerini professionisti, si cimenta nella danza del tacchino, che consiste nel ballare con le braccia conserte, a gambe piegate lanciandone alternativamente una in avanti in un movimento che mi pare simile a quello di un famoso ballo russo, però in più muovendo la testa come il noto gallinaceo.

    Pare che la sua fidanzata cinese, all'apparenza estremamente amabile, lo faccia camminare così tutte le mattine dalla cucina al soggiorno, così si tiene in forma.

    La BB e Gatto Selvaggio sono molto divertite, si esibiscono nella performace canora di Happy Birthday ma solo perché confuse nella folla stonata, si abbuffano di torta al cioccolato e si addormentano nel taxi con in testa un cappellino fucsia con paillettes e perline, gentile omaggio della casa.

    Io invece, alla faccia della doggybag, esco carica di contenitori di plastica con una minima parte delle pietanze avanzate, tutte rigorosamente halal, con cui possiamo sfamare la BighiFamiglia per una settimana.

Nessun commento:

Posta un commento