venerdì 23 settembre 2011

Un tranquilla passeggiata in periferia

Camminare a piedi alle otto e mezza del mattino serve a svegliare la mente, sgranchire le gambe, contribuisce a mantenere un po' di forma fisica (poca, ma sempre meglio di niente) e consente di notare alcune cose che in bicicletta solitamente trascuri.

    Stamattina, lungo la Hami Lu, verso nord, i negozi sono tutti chiusi, se si escludono un paio di verdurai, un panificio francese e un fioraio, e la strada è quasi tranquilla. Un uomo fuori da una porta suona il flauto, è una melodia triste che mi accompagna per un lungo tratto, finché non viene inghiottita da un autobus che suona il clacson e da un camion che pulisce la strada.
    Il marciapiede è ingombro di moto, tutte in fila, lucide, talmente vicina l'una all'altra che è impossibile spostarne una senza farle cadere tutte. Quando vedo una motocicletta con il sidecar penso che sarebbe proprio la giornata giusta per una gita, capelli al vento, aria frizzante e sole caldo, e mi immagino tutta la BighiFamiglia in moto sulle strade polverose della campagna cinese, in mezzo alle risaie. Rappresentazione molto romantica, ma poco realistica. Il pensiero corre alla mia Ducati. Meglio sorvolare.
    L'officina non sembra piccola, ma un ragazzo sta pulendo con molta cura la sua Susuki (è scritto proprio così, Susuki) all'esterno, sul largo marciapiede. Forse perché all'interno un gruppo di vecchietti rumorosi e ridanciani beve il tè e fuma attorno a un tavolo apparecchiato con cura in mezzo ai copertoni e alle marmitte.
    Poco più avanti, prima del ponte, un angolo di tranquillità bucolica lungo il canale, con panchine nascoste da fitte canne di bambù, ninfee sull'acqua e pescatori col cappello di paglia.
    Proprio di fronte alla Traffic Police c'è un ingorgo di macchine, motorini, biciclette e un autobus, ma il poliziotto in piedi davanti alla porta sembra non interessarsene, e guarda con aria assente verso il vuoto.

    Svolto verso est in Xian Xia Lu, grande viale di auto e motorini e di biancheria stesa, poi a sud, sulla ShuiCheng Lu, dove i negozi sembrano più grandi e puliti, ma sono anche questi tutti chiusi. Una galleria d'arte moderna espone 17 quadri con immagini di animali e paesaggi in stile tradizionale, e 3 statue di plastica blu di un cameriere che che ride e fa l'inchino; ci sarà ben qualcos'altro, penso. Infatti nella stessa galleria, oltre la porta a vetri, la musica risuona forte. Mi avvicino alla sala in cui, anziché il vernissage di una mostra (che sarebbe pur strano a quest'ora, ma la Cina stupisce), si sta svolgendo quella che ha tutta l'aria di essere una festa, dove alla luce fioca di lampade rosse e blu donne e uomini dall'apparente età di settant'anni ballano e bevono da grandi bicchieri, mentre una cameriera vestita di lattice con degli stivali stile bondage si aggira tra le coppie, una signorina con un vestito azzurro a fiori e le scarpe dorate guarda da dietro un bancone decorato con gli addobbi di natale e una ragazza con una improbabile pettinatura cotonata, una lunga gonna nera, le zeppe zebrate e una stola di pelliccia intrattiene le vegliarde. Chissà se va avanti così da ieri sera o se è appena cominciata.

    Sono solo le nove e mezza, e io non sono nemmeno a metà strada.

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