venerdì 26 agosto 2011

Disorganizzazione provvidenziale

Stamattina la sveglia suona alle sei e mezza. Mi sa che mi ci devo abituare.

    Però ero sveglia dalle quattro e mezza, a sentire la pioggia picchiettare sulle tende da sole. Mi piace sentire il rumore della pioggia, specialmente stando all'asciutto, e sarebbe ancora meglio se avessi un tetto di vetro per poterla anche guardare e vedermela cadere addosso. Magari non alle quattro di mattina.

    A smettere non ci pensa proprio. Le previsioni prevedono pioggia per tutta la settimana, e qui quando piove piove proprio. Vabbe', mica il diluvio universale, sta piovendo ininterrottamente solo da dodici ore e le rane ancora non sono salite fin sulla terrazza, anche se adesso che ci penso ho avvistato una coppia di gatti, i due mini-cani del vicino, due scoiattoli e un paio di cicale andare ordinatamente in fila indiana verso l'uscita principale del compound. Sarà un caso.

   

    Il bus della BB stamattina è in anticipo. Anche se non sarebbe previsto faccio finta di niente e salgo anche io, che faccio la mamma apprensiva e prima di mollarla del tutto vorrei essere sicura che abbia capito dove deve andare. Siamo le prime, poi salgono una bimba biondissima con gli occhi celesti, due bambini orientali, un'altra bambina bionda più grande. Il bus ha cambiato strada, decide di fare un percorso diverso ma si imbuca lostesso nel compound successivo, e sebbene l'autista sembri aver inquadrato dove sta la retromarcia la guida risulta ugualmente un po' sportiva, tanto che la bimba biondissima dagli occhi celesti vomita la colazione sulla sua vicina altrettanto bionda (ma guarda un po', io novella Cassandra l'avevo pur detto, ieri, che si vomita facilmente su 'sti cosi), e a dirla tutta anche l'accompagnatrice, che si affretta con schifata sollecitudine a soccorrere la nordica fanciulla, sembra in seria difficoltà e trattiene a stento i conati. E per fortuna li trattiene, perché mi sta proprio di fianco, e non sono per niente curiosa di sapere cosa ha mangiato stamattina l'asiatica assistente, che somiglia vagamente a Mortissia però nell'inedita versione con infradito di plastica, pantalone di poliestere e maglietta viola (ora punteggiata di macchie gialline).

    La BB nel frattempo manifesta con cadenza costante il desiderio di tornare a casa, o quanto meno di non andare a scuola, ma il pullman prosegue imperterrito, raccoglie altri quattro pargoli lungo il tragitto, percorre intelligentemente una strada alternativa evitando così di incastonarsi nel parcheggio del supermarket per fare inversione, ma ugualmente siamo un po' in ritardo.

    Arrivate nella sua classe, la BB va a sedersi al suo banco a disegnare e quando la saluto con la mano dalla soglia lei inclina la testa di lato e mi guarda come un gattino dalla gabbia del PetShop.

    Ok, Wonder, non farti fregare.

    Me ne vado dritta al front office a segnalare questa “criticità nel sistema dei trasporti” (sollecitando l'adozione di un bus di dimensioni adeguate al numero di bambini - 15 - nonché alle dimensioni delle rotonde, e sorvolando benevolmente sulla necessità di istruire i guidatori sulla posizione delle marce), così la mia vis polemica ha il sopravvento. Non so se sortirà qualche effetto a livello organizzativo, e comunque ne dubito. Di sicuro invece è servito per togliermi il magone, e meno male perché di acqua ce n'è già a fiumi, e uno scorre proprio sui miei piedi mentre mi avvio al cancello dell'uscita.

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