martedì 2 agosto 2011

La business sì ch'è un bell'andare

A Francoforte per l'imbarco c'è una fila che fa tre giri come un bisso. Overbooking, a quanto pare. Imbarcano prima le famiglie, quindi siamo tra i primi, e voilà, abbiamo un upgrade. Uno solo però, su quattro e mezzo è un po' poco. Mi sacrifico, e vado io abbandonando due cucciole e un marito alla bolgia dell'economy e portandomi la terza cucciola in braccio, al collo, come certe africane piene di figliolanza. E siccome mi prendo io la responsbilità, piazzo la cucciola nella culletta max otto kg anche se ne pesa tredici, così, mentre i tre dell'economy sonnecchiano raggomitolati sul sedile e la cucciola dorme nella culletta coi piedi che sbucano fuori, io mi sorbisco un bicchiere di succo d'arancia, e, dopo aver letto qualche pagina del libro Vagabonding regalatomi dal mio Vicino Preferito, all'altezza di Mosca assaporo un antipasto di pesce con crostini caldi, poi assaggio un filetto di branzino con crema di asparagi e sorvolando Novosibirsk rifiuto gentilmente un vassoio di torta al formaggio e frutta fresca, dal momento che mi sono già sdraiata sulla poltrona schiacciando accidentalmente un pulsante "massaggio".

A Ulan bator la cucciola dà segni di vita, mi alzo, le do un po' d'acqua e la rimetto nella culletta. Da lì a Shanghai è tutta in discesa. Direi che come primo approccio alla nuova vita non c'è male.

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