martedì 16 agosto 2011

Efficienza paramilitare

Arrivata da due giorni, ho già la prenotazione per la visita medica, obbligatoria per gli immigrati. Mica come in Italia che prendono chi arriva così com'è, salvo poi dover curare malattie tropicali rarissime a spese dello stato. Vabbe'.

La struttura è un centro medico specializzato, ho la vaga impressione di essere un pollo in batteria. Mi fanno compilare delle carte, mi fanno una foto in piedi a lato della coda, mi spediscono alla stanza 203, dove una ragazza mi dà un accappatoio e una chiave dicendomi di spogliarmi e mettere le mie cose nell'armadietto. Misura altezza e peso (sorvoliamo), poi con un foglio mi spedisce alla stanza 209, dove mi fanno accomodare su una poltrona per il prelievo del sangue. Poi diretta alla stanza 211, dove mi fanno l'esame della vista. Non ho detto che porto le lenti a contatto, sarà grave? comunque ci vedevo poco lostesso. Nella stanza 213 fanno l'elettrocardiogramma (un vago senso di stanza delle torture, con dei cavi e dei morsetti che mi mettono un po' ansia, e che poi invece mi attaccano a una caviglia e ai polsi), lo stampano e lo allegano al foglio, e mi mandano alla stanza 208, dove una solerte dottoressa mi misura la pressione e controlla torace e cicatrici (quelle di guerra). La pressione è alta per il mio standard, normale per il loro, sarà che sono un po' tesa. Ultimo step, mi mandano al piano di sotto per una lastra al torace. Un senso di vaga inquietudine mi prende entrando nella stanza vuota, con la porta di metallo, ma dura poco perchè con un secco "it's finished" mi fanno uscire, tornare di sopra, riprendermi le mie cose e rivestirmi. All'uscita diluvia. Tempo delle visite: 17 minuti; tempo per andare, compilare le carte, tornare: 56 minuti. Il totale fatelo un po' voi.

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