giovedì 18 agosto 2011

Rainbow Bridge International School open day

Piove. Chissà perché, ci avrei scommesso. Piove alle sette quando ci sveglia la Gabbianella, diluvia alle otto quando facciamo la colazione, l'acqua tracima dalla strada alle nove quando dovremmo già essere fuori casa. Ma quando chiamiamo il taxi alle nove e un quarto comincia a calare, e una guardia che passa di lì ci tiene sotto l'immenso ombrello accompagnandoci dai gradini di casa fino alla portiera del taxi. Xièxie, grazie, la chiude pure, la portiera. Quando arriviamo all'ingresso della Rainbow Bridge International School ha smesso del tutto, anche se non c'è ombra di arcobaleno. Mica che me lo aspettassi, comunque.

    Sul lungo viale d'ingresso, nel quale le auto non sono ammesse e vengono fermate da una guardia, si passeggia sotto una cascata di fronde, sulla sinistra si vede il parco dello zoo e quando si arriva al cancello una grossa insegna colorata dà il benvenuto, mentre un'altra guardia saluta con la mano (pieno di guardie, qui). Due ragazze ci chiedono il nome dell'insegnante di Gatto Selvaggio, e dopo aver consultato una piantina (bagnata) ci spediscono all'aula 103.

    Nella classe ci sono già alcuni bambini, e una ragazza pasciuta ci viene incontro e ci saluta. Ms Alexis, giovane nuova insegnante di Gatto Selvaggio, viene da Miami, è bionda con gli occhi azzurri e vive a Shanghai da due anni. È alta un metro e sessanta, assomiglia vagamente a Gloria l'ippopotamo di Madagascar e parla come Paperino. Ci illustra le varie attività che si fanno durante l'anno, la scheda giornaliera (ora di arrivo, ora di ambientamento, ora di gioco all'esterno, ora di pranzo, ora del riposino, ora di uscita. Noto che mentre l'orario d'ingresso è molto elastico, cioè dalle 8,00 alle 9,15, quello di uscita è alle 15.05. Della serie portateli pure tardi ma non ritardate nel riprenderveli), nonché l'elenco dei compagni di classe del Gatto da cui verifichiamo che sono in quindici, di cui sette femmine, e che provengono da zone sparpagliate del globo (Taiwan, Canada, Stati Uniti, Corea, Cina, Giappone). Alla domanda se per caso nella scuola ci sono altri italiani Ms Alexis-Gloria risponde “Yef, yef, of courfe”, ma poi non sa dire in quale classe, e si capisce che in realtà la scuola ha avuto bambini italiani ma ora non ce ne sono. Una signora coreana riconosce la BB, l'ha vista al campo giochi del nostro compound dove abita anche lei, parliamo un po' e poi mi chiede se per caso sono una stilista. Penso che mi piacerebbe, però No, rispondo, Perché? “You looks like a dress designer”, risponde. Beh, immagino che sia un complimento, e comunque potrebbe essere di buon auspicio.

    Lasciamo BB e Gatto Selvaggio in classe a disegnare e andiamo a vedere la scuola. Le aule sono tutte in una costruzione bassa, con grandi vetrate attraverso le quali si può vedere dentro, apparentemente slegate tra di loro, con delle zone comuni all'aperto e al chiuso. Dai tetti sporgono delle pensiline di ondulato da cui l'acqua si rovescia sul terreno (il nonno Claudio ci metterebbe le mani di sicuro) ma che tengono al riparo dalla pioggia, che intanto a ripreso a scendere copiosa. C'è una zona giardinaggio con tanti innaffiatoi e una vasca piena di pesci rossi, un parco giochi indoor, la mensa. Il tutto dà un po' l'idea di una certa confusione creativa e di un arrangiamento campagnolo, compreso l'ufficio dove facciamo un lunga fila, consegnamo le foto e riceviamo in cambio il tesserino necessario per ritirare il Gatto.

    Torniamo a recuperare le bimbe e prima di uscire entriamo in una ennesima costruzione dove si trova la biblioteca: e qui c'è il riscatto. Di legno, grande e ariosa, è piena di scaffali altezza bimbo dove si possono prendere a prestito i libri, c'è una zona lettura, divanetti e poltroncine dall'aria comoda, un soppalco relax pieno di enormi peluches e un piccolo teatro completo di sipario blu. Molto stile svedese, ma non Ikea. Gatto Selvaggio vorrebbe fermarsi lì, ma dobbiamo tornare dalla Gabbianella, rimasta a casa con la Wang Che Hua.

    Gatto Selvaggio non manifesta particolare contentezza (non è il tipo che si lascia andare a facili entusiasmi), ma la scuola sembra esserle piaciuta, soprattutto la biblioteca, ovviamente. Ma credo che anche con la maestra si troverà bene: hanno in comune almeno un difetto di pronuncia.

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